Per ogni chilometro quadrato di Mediterraneo si avvistano, in media, 32 rifiuti galleggianti. In particolare di plastica, visto che il 95% dei 2.597 rifiuti totali monitorati da Goletta Verde di Legambiente sono in questo materiale. Senza considerare, poi, le microplastiche derivate dalla frammentazione dei rifiuti marini. Questi i dati che emergono dal rapporto ‘Plastic free sea’ di Legambiente, presentato questa mattina a Roma, che formalizza l’indagine realizzata da ‘Goletta Verde’ sulla presenza dei rifiuti nei mari italiani durante le estati 2014 e 2015, in circa 120 kmq di acque. Peggio le coste occidentali, con il Tirreno centrale al primo posto per densità di rifiuti galleggianti, con 51 avvistamenti per kmq, segue il Mare Adriatico meridionale, con 34 per kmq, e lo Ionio, con 33. In generale la provenienza dei rifiuti per il 54% ha una presunta origine urbana e domestica. Il 32% è invece di origine industriale e da attività produttive, come per esempio la pesca, da cui derivano il 12% del totale dei rifiuti monitorati. In particolare, la presenza più massiccia dei rifiuti provenienti da pesca, il 55%, è stata registrata nel mar Adriatico. Il monitoraggio di ‘Goletta verde’ assegna la maglia nera alla costa antistante a Mondragone e Acciaroli, in Campania, dove sono stati contati 75 rifiuti per kmq di mare. Poi la Sicilia, che lungo la costa tra Palermo-Sant’Agata di Militello e le Isole Eolie ha fatto contare 55 rifiuti a kmq. E ancora il tratto tra cesenatico e Ancona, dove sono stati rilevati 42 rifiuti a Kmq. Nel 2015 è stato anche effettuato il primo studio preliminare sulla presenza di microplastiche negli arcipelaghi italiani, con sei isole campionate. Il picco massimo è stato registrato a largo dell’Isola di Ischia, dove sono state rilevate 528 microparticelle di plastica per 1000 metri cubi di acqua. A seguire l’isola d’Elba con 324 microplastiche/1.000 mq acqua, l’isola dell’Asinara (222), San Domino-Isole Tremiti (186), l’Isola di Lipari (102) e infine Ventotene (60)

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