Divisi su tutto, uniti nell’errore. Michele Mario Elia, amministratore delle Ferrovie, e Marcello Messori, presidente, vivono come separati in casa: non si parlano, si evitano, hanno idee opposte su come gestire l’azienda e quando proprio non ne possono fare a meno si scambiano messaggi per Internet pur avendo gli uffici a pochi metri di distanza l’uno dall’altro. E la prima e forse unica volta che hanno deciso di presentarsi uniti, almeno a beneficio del pubblico, mettendo per un istante da parte la cordiale inimicizia che li oppone, hanno sbagliato, infilandosi a braccetto in una gaffe che rimarrà nella storia delle Fs. Hanno firmato insieme un necrologio su Repubblica e Corriere della Sera esprimendo il più vivo e sentito cordoglio per una persona che per sua grande fortuna è viva e sta bene: Maurizio Basile, manager che in passato è stato anche dirigente delle Ferrovie italiane. Il quale da buon napoletano di nascita, l’ha presa con filosofia e per il verso giusto. Raggiunto da Ilfattoquotidiano.it il «morto» rassicura: «Sto una meraviglia, sbagli del genere portano bene e allungano la vita».

Lo stesso Basile si è premurato di informare del suo «stato in vita» il presidente delle Ferrovie, Elia, con una telefonata: «Caro presidente, ringrazio per il cordoglio per mia grande fortuna prematuro e la voglio tranquillizzare: eccomi qua, a disposizione». Il manager dato per defunto ha dovuto rassicurare con telefonate e sms anche gli amici che già stavano predisponendosi alla costernazione. I quali oltretutto non riuscivano a capacitarsi di che cosa fosse successo a Maurizio e di come fosse stato possibile che dopo aver parlato con lui la sera prima, la mattina dopo la notizia della morte fosse già stampata sui giornali senza che a loro nel frattempo fosse stato comunicato alcunché. Nel necrologio farlocco uscito sui due maggiori quotidiani nazionali, si parla in realtà di «improvvisa scomparsa», ma più che improvvisa agli occhi degli amici la scomparsa di Maurizio Basile risultava misteriosa.

Come sia potuto capitare un infortunio del genere non è del tutto chiaro. L’ufficio stampa e comunicazione delle Fs, da cui in genere passano pratiche di quel tipo, si limita a riconoscere il clamoroso errore. Qualcuno forse si è confuso scambiando un Basile per un altro. Un altro Basile che anche lui aveva a che fare con le Ferrovie in effetti è morto: si tratta di Ernesto Basile, dirigente della sezione controllo enti della Corte dei conti che fu anche consulente dell’aziende dei treni. E su Repubblica e Corriere c’è un necrologio per la sua dipartita proprio a cura della Corte dei conti. Qualcuno alle Ferrovie ha evidentemente confuso il Basile morto con il Basile vivo inducendo nell’errore amministratore e presidente, convincendoli per una volta a presentarsi in pubblico uniti nel dolore, anche se per il morto sbagliato.

Alle Ferrovie Basile c’è stato tre anni, dal 2004 al 2006, con la qualifica di direttore generale e il compito di occuparsi degli affari finanziari. Erano i tempi in cui le Fs stavano cercando faticosamente di darsi una ripulita dopo l’era dissennata di Giancarlo Cimoli. Basile è stato anche direttore generale dell’Anas, anche se per un breve periodo nel 2004, amministratore degli Aeroporti di Roma dal 2006 al 2008 e poi dell’Atac, l’azienda romana dei trasporti, ai tempi in cui sindaco era Gianni Alemanno. Ora, in perfetta forma, si occupa dei tabaccai (Fit) di cui è consulente dopo essere stato una quindicina d’anni fa amministratore delegato dell’Ente tabacchi poi venduto a British Tobacco. Con i tabaccai Basile segue il promettente affare della riscossione dei tributi.

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