“Imbarazzante, non si può nel 2015 andare in strada e fornirsi dalle autobotti, situazioni simili non le vivono nemmeno nel terzo mondo”. Un ragazzo con in mano dei fusti di plastica attende il suo turno per riempirli d’acqua. Non si placa a Messina l’emergenza idrica che da quattordici giorni ha messo in ginocchio la città e alcuni comuni limitrofi. Nei punti di stallo delle autobotti, dislocate nel capoluogo peloritano, il flusso è continuo. I messinesi sono attrezzati di qualsiasi cosa, damigiane, bottiglie di vino, secchi e fusti, l’importante che si possano riempire d’acqua. “Adesso ho raccolto 35 litri, stamattina ne ho presi 40 – spiega rammaricato un cittadino – si parla di 10 giorni, poi quindici e adesso 20, secondo me la cosa è tragica, non possiamo andare avanti così”. Il bypass che era stato realizzato per arginare l’emergenza si è bloccato dopo appena 48 ore. “Hanno aumentato la portata del bypass fino a farlo saltare, è ridicolo – aggiunge uno studente universitario fuori sede – ci sono anziani e famiglie con bambini, l’acqua è un bene prezioso”

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