A Parigi lo chiamano l’affaire Air Cocaïne: una brutta storia di aerei strapieni di droga, di processi fasulli nella lontana Repubblica Dominicana, di fughe inspiegabili in odore di servizi segreti francesi. C’entra perfino il Front National di Marine Le Pen. Proprio stamani i due piloti francesi protagonisti della vicenda, scappati dal paese sudamericano nei giorni scorsi, sono stati arrestati da un giudice di Marsiglia.

Un piccolo aereo e tanta cocaina – La notte fra il 19 e il 20 marzo 2013 all’aeroporto di Punta Cana, nel paese sudamericano, un Falcon 50 di una società francese che si apprestava a decollare venne bloccato sulla pista dalla polizia anti-droga locale. Vi scoprirono, così assicurarono, 26 valigie piene di cocaina (quasi 700 chili). Le quattro persone che si trovavano a bordo, compresi i due piloti, furono arrestati. E poi sottoposti a un processo e condannati in primo grado. Ebbene Pascal Fauret (55 anni) e Bruno Odos (56), i due piloti, sono riusciti a fuggire nei giorni scorsi da Santo Domingo: sono rientrati in Francia, seguendo un tragitto rocambolesco. Non passa giorno a Parigi senza che emergano nuovi (e inquietanti) dettagli.

L’eurodeputato del Front National – Si chiama Aymeric Chauprade ed è un personaggio chiave in tutta la vicenda. È l’eminenza grigia per la politica estera della Le Pen. Specialista di geopolitica (ed espressione in Francia delle teorie cospirazioniste sugli attentati del 2001), è stato eletto al Parlamento europeo nelle liste dell’Fn nel 2014. Da allora segue la Le Pen in tutte le sue trasferte all’estero. Lo scorso gennaio, dopo gli attentati di Parigi, aveva postato un video nel quale spiegava che ormai la Francia era in guerra contro i musulmani. La stessa leader dell’Fn lo aveva criticato, ma il suo peso all’interno del partito non sembra diminuito. Chauprade è stato anche consigliere del presidente dominicano Leonel Fernandez tra il 2009 e il 2012: conosce bene Santo Domingo. E si era preso a cuore la vicenda dei due piloti, che dicevano di essere innocenti e di non sapere nulla di quella cocaina sistemata nella stiva del loro aereo. Lo scorso 14 agosto Fauret e Odos erano stati condannati a vent’anni di carcere. Ma erano stati concessi loro gli arresti domiciliari, in attesa dell’appello. Chauprade li aveva raggiunti. Un giorno si sono imbarcati su un battello, dando l’impressione di voler fare una gita al largo. Non era proprio così.

Il criminologo misterioso – Quel battello si è inoltrato in alto mare. E ha raggiunto un’altra imbarcazione, che li ha portati in più giorni di navigazione all’isola di Saint-Martin, spartita tra Francia e Paesi Bassi. Da lì in aereo si sono spostati nella Martinica e da questo territorio francese, ancora in aereo, a Parigi. Nell’imbarcazione, pronta ad accoglierli in pieno oceano, c’era Christophe Naudin, criminologo, presenza assidua di tanti talk-show televisivi. Dai media è presentato come specialista di sicurezza aerea e di “usurpazione di identità” e falsi documenti. È stato Chauprade a chiedere aiuto a Naudin, per “salvare” i due connazionali. Il criminologo ha ammesso di aver organizzato “la parte operativa” del blitz, nome in codice Cena fuori, lo stesso di un’operazione simile immaginata dal regista Tony Scott nel film “Spy game”, con Robert Redford e Brad Pitt. Anche Naudin è andato nella Repubblica Dominicana, nei giorni precedenti la fuga. Ha fatto riferimento a un vero e proprio commando “di ex marinai e di altri militari, che provengono dall’Aviazione della marina francese”. Avrebbero offerto volontariamente la loro collaborazione. Naudin ha sottolineato che “nessuno di questi uomini ha detto di far parte dei servizi segreti francesi, non so se hanno legami con l’intelligence”. Il costo dell’operazione è stato di 100mila euro. Non si sa chi abbia pagato.

Tutti i quattro protagonisti – Fauret e Odos sono stati a lungo piloti di caccia militari, proprio nell’Aviazione della marina francese. Sono stati perfino decorati con l’alta medaglia d’oro per la difesa nazionale per le loro azioni nell’ex Yugoslavia e nel Golfo Persico. Si erano poi riciclati nell’aviazione privata, per una società della zona di Lione, Sn-Ths. Proprio dagli ambienti militari è arrivata una forte solidarietà nei loro confronti, tanto più che il loro processo nella Repubblica Dominicana ha fatto emergere una serie di false testimonianze e tanti dubbi se quella cocaina non sia stata messa a bordo addirittura dalle autorità anti-droga corrotte di Santo Domingo, per incastrare quelli che nel paese vengono indicati come dei “mafiosi francesi”: insomma, per trovare dei capri espiatori stranieri. Ancora oggi, comunque, non è chiaro cosa sia successo davvero quella notte fra il 19 e il 20 marzo 2013. Altri due personaggi vennero arrestati nell’occasione: l’organizzatore del volo, che doveva occuparsi della logistica, Alain Castany, 67 anni, ex pilota e assicuratore (condannato in Francia per truffa a 18 mesi nel 2002). E Nicolas Pisapia, 36 anni, che viveva allora tra Parigi e Bucarest, legato a un uomo d’affari, Franck Colin, per il quale aveva già seguito altri voli verso la Repubblica Dominicana, probabilmente per trasportare carichi di oro utilizzati per realizzare investimenti immobiliari.

E ora cosa succederà? – La Repubblica Dominicana ha già precisato che spiccherà un mandato di cattura internazionale. E la Francia ha messo le mani avanti: Parigi non concederà l’estradizione. Ma giustizia francese già nel 2013 aveva aperto un’inchiesta sulla vicenda e soprattutto sull’attività della società Sn-Ths e sui suoi voli a ripetizione verso le Antille: per questo i due piloti sono stati arrestati nei loro domicili in Francia. Intanto Castany e Pisapia, pure loro condannati a vent’anni di carcere nella Repubblica Dominicana, restano a Santo Domingo, agli arresti domiciliari, in attesa dell’appello. Temono che ora la giustizia locale sia ancora più dura nei loro confronti, dopo la fuga di Fauret e Odos. Nei giorni scorsi Castany è stato investito in strada da una motocicletta. Rischia l’amputazione di una gamba.

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