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Varoufakis da Fazio, Rai rafforza il divieto di pagare i politici in trasmissioni radio e tv

La direttiva emanata da Viale Mazzini si estende "anche a tutte le società che producono" per il servizio pubblico. Il Codacons presenta un esposto alla Corte dei Conti affinché verifichi "quanto sia costata complessivamente l’ospitata" dell'ex ministro greco

di F. Q.

Una ospitata tv che è costata più di mille euro al minuto a Viale Mazzini e che ha generato polemiche dentro e fuori dal servizio pubblico. A seguito dei 24mila euro pagati a Varoufakis lo scorso 27 settembre per partecipare a Che tempo che fa di Fabio Fazio, i vertici della Rai “hanno emanato oggi una direttiva che ha rafforzato e reso più stringente il divieto per l’azienda di erogare compensi a politici che partecipano a trasmissioni televisive e radiofoniche. Il divieto – informa l’azienda – è stato infatti esteso anche a tutte le società che producono per Rai“.

La notizia del compenso – al netto delle tasse più un volo in prima classe – era stata diffusa dall’ex ministro greco che, in nome della trasparenza, l’aveva pubblicata sul suo blog. Intanto Fazio ironizza su Twitter – in risposta al messaggio di un utente – sul rapporto tra le spese e i ricavi da pubblicità del suo programma. “Non capisco la polemica. Se Fazio riceve in pubblicità più di quanto spende, ha ragione lui. E’ matematica”, scrive un suo follower. “Come avrà notato, in questo mestiere anche la matematica può diventare un’opinione”, risponde il conduttore con tanto di smile finale.

Sulla vicenda interviene anche il Codacons, che ha annunciato la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti “per verificare quanto sia costata complessivamente l’ospitata di Varoufakis in Rai, tra cachet e servizi concessi dalla rete, e chi abbia effettivamente versato il denaro“. L’associazione dei consumatori, inoltre, polemizza “sulla odiosa prassi della rete di Stato di affidare a società esterne format che potrebbe realizzare in casa propria”. “Una volta tirate le somme – ha aggiunto – la Corte deve accertare se la spesa è stata congrua o se, al contrario, ha rappresentato una forma di spreco di risorse pubbliche. Ricordiamo inoltre – si legge nella nota – che trasmissioni basate su semplici interviste come Che tempo che fa sono produzioni affidate a società esterne, nonostante la Rai abbia tutti i mezzi e le risorse per realizzare in piena autonomia non solo programmi complessi, ma anche trasmissioni di una semplicità disarmante come quella condotta da Fabio Fazio“.

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