Cultura

Grandi Navi in Laguna, censurata da Brugnaro apre (lo stesso) a Venezia la mostra fotografica di Berengo Gardin

Il primo cittadino ha cercato di bloccare l'esposizione delle 27 immagini a Palazzo Ducale. Grazie al Fondo Ambiente Italiano fino al 6 gennaio prossimo sarà possibile vederle al "negozio Olivetti" in piazza San Marco. Il fotografo: "Lo stop dell'amministrazione mi ha fatto un grande favore perché altrimenti non ci sarebbe stata tutta questa attenzione da parte della stampa"

di Gianni Belloni
Grandi Navi in Laguna, censurata da Brugnaro apre (lo stesso) a Venezia la mostra fotografica di Berengo Gardin

La luce in bianco e nero è nitida e tagliente e non fa sconti. Forse per questo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha cercato di impedire la mostra delle 27 fotografie di Gianni Berengo Gardin – che focalizzano l’obiettivo sul quotidiano passaggio delle grandi navi da crociera nella laguna di Venezia – che avrebbe dovuto tenersi a Palazzo Ducale a partire dal 18 settembre.

Ci ha pensato il Fondo Ambiente Italiano, il Fai, a non far mancare a Venezia questa occasione per ammirare le foto di Berengo Gardin. L’esposizione, curata da Alessandra Mauro, infatti è stata inaugurata giovedì 22 ottobre, a pochi passi dalla sede pensata in origine, e resterà aperta fino al 6 gennaio 2016 al “negozio Olivetti”, gestito dal Fai in Piazza San Marco a Venezia.

Le grandi navi sono il sintomo di un malattia che coinvolge anche altre città italiane, ma Venezia è la più fragile”, ha detto il presidente del Fai Andrea Carandini, “il turismo di massa sta travolgendo le città d’arte. Ho rivolto un appello al ministro Franceschini e al presidente Renzi perché intervengano al più presto per regolamentare un flusso ormai fuori controllo”.

Alla cerimonia di presentazione alla stampa ha partecipato una nutrita rappresentanza del comitato “NoGrandiNavi” e la fondatrice del FAI Giulia Maria Crespi ha elogiato personalmente Tommaso Cacciari, leader dell’area dei centri sociali veneziani, per il suo attivismo. “Mi dispiace molto”, ha detto il fotografo Gardin, “quando qualcuno si dà la zappa sui piedi. Mi dispiace quindi anche per il sindaco di Venezia. Anzi gli sono molto grato perché bloccando la mia mostra a Palazzo Ducale mi ha fatto un grande favore: tutti i giornali italiani e stranieri (Le Monde, Guardian, El Pais, New York Times e molti altri) ne hanno parlato diffusamente. È probabile che, se non ci fosse stata tutta questa attenzione da parte della stampa, la mostra sarebbe stata vista da molte meno persone”. E ha concluso: “Ero turbato soprattutto dall’inquinamento visivo. Vedere la mia Venezia distrutta nelle proporzioni e trasformata in un giocattolo, uno di quei suoi cloni in cartapesta come a Las Vegas mi turbava profondamente”.

“Ho cercato in questi giorni il sindaco per instaurare un dialogo, ma si è negato”, ha continuato l’esponente del Fai Carandini. Il primo cittadino aveva richiesto lo “slittamento” a data da destinarsi della mostra per affiancarla all’esposizione del progetto dello scavo del canale Vittorio Emanuele che, nelle intenzioni sue e dell’autorità portuale dell’ex sindaco Paolo Costa – permetterebbe il passaggio delle navi da crociera in laguna senza avvicinarsi a Piazza San Marco.

“I poteri forti della città”, ha detto il leader dell’area dei centri sociali Cacciari, “a cominciare dall’autorità portuale, stanno facendo l’impossibile, proponendo nuovi deleteri scavi, per mantenere questi mostri all’interno della laguna per tutelare il monopolio delle concessioni della banchine nel porto attuale che altrimenti, collocando le navi al di fuori della laguna come proponiamo, dovrebbero essere appaltate”.

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