Adolf Hitler non voleva sterminare gli ebrei. Voleva solo espellerli dalla Germania. Ma poi fu convinto a dare il via all’Olocausto che portò a oltre 6 milioni di morti dal Muftì di Gerusalemme. La ricostruzione “controstorica” è del premier israeliano Benyamin Netanyahu e sta provocando più di una reazione nello stesso mondo ebraico. Il leader dell’opposizione Isaac Herzog parla di “pericolosa distorsione”, mentre il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme afferma che l’affermazione di Netanyahu è “totalmente senza basi”. Lo stesso ministro della Difesa Moshe Yaalon, il più vicino al premier, lo ha criticato: “Al-Huseini ha incontrato Hitler nel 1941, ovviamente non è stato lui che ha inventato la Soluzione finale” anche perché – ricorda Yaalon – la persecuzione nazista è cominciata molto prima, nel 1935. Il più duro è stato il presidente palestinese Abu Mazen: “Netanyahu ha esonerato Hitler del crimine contro gli ebrei in Europa e ha accusato il muftì di Gerusalemme? Netanyahu – ha detto – vuole cambiare la storia, la storia del popolo ebraico”.

Il premier israeliano ha pronunciato queste parole durante un intervento al Congresso sionista. Per Netanyahu – primo ministro da 6 anni e prima ancora per 3 alla fine degli anni Novanta – fu il Muftì di Gerusalemme, Haj Amin Al-Husseini, a suggerire al Führer di arrivare alla cosiddetta Soluzione finale della questione ebraica, come fu chiamata – con linguaggio burocratico – l’operazione che portò prima alla deportazione poi all’assassinio di milioni di persone di religione ebraica nei lager del nazismo. “Hitler – ha detto Netanyahu – all’epoca non voleva sterminare gli ebrei ma espellerli. Il Muftì andò e gli disse ‘se li espelli, verranno in Palestina. ‘Cosa dovrei fare?’ chiese e il Muftì rispose ‘Bruciali'”. Non è la prima volta che Netanyahu propone questa ricostruzione alternativa sulla Shoah. Come ricorda oggi il quotidiano israeliano Haaretz, il premier israeliano l’aveva già sostenuta durante un discorso alla Knesset, tre anni fa, quando definì Husseini “uno dei principali architetti” della soluzione finale.

La “soluzione finale“, dice invece la storia, fu decisa durante la conferenza di Wannsee, alla quale parteciparono in particolare Reinhard Heydrich, ufficiale delle Ss e comandante dell’ufficio centrale per la sicurezza del Reich, e Adolf Heichmann, considerato il responsabile organizzativo dello sterminio degli ebrei. Proprio Eichmann, fuggito in Argentina, fu poi arrestato, rapito e trasferito in Israele dal Mossad. A Tel Aviv fu processato e giustiziato mediante impiccagione.

Immediate le reazioni. “Non c’è nessun motivo per cambiare la storia – ha commentato il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert – conosciamo bene l’origine dei fatti ed è giusto che la responsabilità sia sulle spalle dei tedeschi”. “E’ stato Hitler a causare una sofferenza infinita alla nostra nazione”, ha detto il presidente israeliano Reuven Rivlin. E’ vero che Hitler e al Husseini s’incontrarono, ha continuato Rivlin, ma non si può sapere se vi sia stata una relazione di causa ed effetto fra questa riunione e l’Olocausto: “E’ stato Hitler a causare una sofferenza infinita alla nostra nazione”, ha voluto sottolineare il presidente israeliano.

Le parole di Netanyahu provocano anche le proteste di parte del mondo ebraico. “Una pericolosa distorsione – la definisce il leader dell’opposizione in Israele, il laburista Isaac Herzog – Chiedo a Netanyahu di correggerla immediatamente perché minimizza la Shoah… e la responsabilità di Hitler nel terribile disastro del nostro popolo”. Herzog, su facebook, ha aggiunto che “il figlio di uno storico dovrebbe essere preciso sulla storia. Netanyahu ha dimenticato che non è solo il primo ministro di Israele ma il primo ministro del governo del popolo ebraico”. Herzog ha peraltro ricordato che il Muftì al-Husseini dette l’ordine di uccidere suo nonno, il rabbino Herzog. Ma, ha concluso, “c’è un solo Hitler“.

A criticare Bibi Netanyahu è stato anche il direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, Efraim Zuroff: “L’affermazione di Netanyahu è totalmente senza basi – afferma all’Ansa – Che il Muftì spingesse sui nazisti e volesse l’invasione della Palestina è fuori discussione, ma Hitler non doveva essere convinto da nessuno”.

Di “dichiarazioni provocatorie e moralmente indifendibili” parla invece il segretario generale dell’Olp Saeb Erekat che ha ricordato l’impegno palestinese “contro il regime nazista è profondamente radicato nella nostra Storia”. “Netanyahu – aggiunge Erekat – accusa i palestinesi dell’Olocausto e assolve totalmente l’atroce e abominevole genocidio del popolo ebraico commesso da Adolf Hitler”. Secondo il caponegoziatore palestinese, le dichiarazioni del premier israeliano “hanno approfondito un solco nel momento in cui appare più che mai necessaria una pace giusta e duratura, alimentando ulteriormente una questione politica con aspetti religiosi, ed evidenziando il suo impegno a portare avanti l’occupazione e la violenza contro i palestinesi”.

Dopo le polemiche, il premier israeliano è tornato sui propri passi e parzialmente corretto il tiro. “E’assurdo – ha detto Netanyahu nel pomeriggio – non ho mai avuto intenzione di assolvere Hitler dalla responsabilità di voler sterminare il popolo ebraico in Europa. Hitler è responsabile per la soluzione finale. Ha preso una decisione”, ha dichiarato ai media poco prima di partire per la visita ufficiale in Germania, ribadendo però che Hitler sarebbe stato spinto da al-Husseini. Netanyahu ha fatto riferimento alle parole di un leader nazista che ha testimoniato durante il processo ad Adolf Eichmann a Gerusalemme nel 1960, secondo il quale muftì avrebbe istigato a “sterminare gli ebrei europei”, perché “sarebbe stata una buona soluzione per la questione palestinese”. Secondo tale testimonianza, “al-Husseini sarebbe stato uno dei fautori dello sterminio sistematico degli ebrei in Europa ed è stato partner e consulente di Eichmann e Hitler nella realizzazione del piano”.

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