La banca svizzera Credit Suisse varerà un aumento di capitale da oltre 6 miliardi di franchi, pari a 5,6 miliardi di euro, e ha annunciato un piano di ristrutturazione con cui conta di ridurre i costi di 3,5 miliardi di franchi entro il 2018. Dopo le indiscrezioni riportate dal Financial Times delle scorse settimane, l’istituto ha ufficializzato mercoledì la necessità di una ricapitalizzazione. L’amministratore delegato Tidjane Thiam ha spiegato che nel terzo trimestre 2015 le “difficili condizioni di mercato” hanno indebolito le attività delle due divisioni Private banking&Wealth management e Investment banking.

I ricavi operativi sono infatti scesi dell’8%, a 5,98 miliardi di franchi, e l’utile netto è diminuito a 779 milioni di franchi, il 24% in meno rispetto allo stesso periodo del 2014. Le attività di banca privata e gestione patrimoniale accusano un utile in calo del 31% a 647 milioni di franchi, mentre la banca di investimento presenta un rosso di 125 milioni, a fronte dell’utile di 516 milioni dello scorso anno.

Il piano di risparmi potrebbe comportare la cancellazione di 1.600 posti di lavoro in Svizzera e 5mila nel mondo. L’istituto intende anche trasferire impiegati da Londra, dove dà lavoro a 2.400 persone, in sedi economicamente più vantaggiose come l’India. Non sono comunque previsti licenziamenti: Thiam ha sostenuto che “l’obiettivo è di riuscire a comprimere l’organico attraverso la normale fluttuazione del personale”. Il manager non ha specificato quali settori saranno colpiti, spiegando che all’interno della banca non sono ancora state fornite informazioni esaustive sulla manovra.

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