“Mio marito non ha fatto nulla. Voglio essere sentita da lei”. Ci sono stati momenti di tensione stamattina a Locri, in provincia di Reggio Calabria, dove si sta celebrando la commemorazione dell’omicidio di Franco Fortugno, l’ex presidente del Consiglio regionale ucciso il 16 ottobre 2005 nel cortile di Palazzo Nieddu del Rio dove si stavano tenendo le primarie dell’Ulivo.

Alla manifestazione di oggi una donna bionda è riuscita a superare il cordone della sicurezza e ad avvicinare la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi che era con il governatore Mario Oliverio, con il ministro Graziano Del Rio, con il viceministro Filippo Bubbico e con il sottosegretario Marco Minniti. Quella donna è Francesca Bruzzaniti, moglie e madre di Alessandro e Giuseppe Marcianò condannati in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio. Al momento di stringere la mano alla Bindi, la Bruzzaniti ha colto l’occasione per strattonare la presidente dell’Antimafia e urlare frasi offensive: “Arrestatemi pure ma mio marito non ha fatto niente. È una vergogna. Mio figlio e mio marito sono sequestrati dallo Stato”. Subito dopo la donna è stata calmata e allontanata dal corteo guidato dall’ex parlamentare Maria Grazia Lagana, vedova del politico ucciso a Locri.

Non è la prima volta che la moglie di Marcianò manifesta a favore delle telecamere. Lo ha fatto per tutto il processo che si è celebrato davanti al Tribunale di Locri e che si è concluso con la condanna dei due principati imputati accusati dell’omicidio. Sentenza poi confermata per due volte in Appello, dopo un rinvio della Cassazione, e diventata definitiva nel luglio 2014 quando, assieme al figlio Giuseppe, il caposala dell’ospedale di Locri Alessandro Marcianò, detto Celebrano, è stato riconosciuto come il mandante del delitto eseguito materialmemte dal killer Salvatore Ritorto. Anche quest’ultimo è stato condannato all’ergastolo così come Domenico Audino.

In sostanza i due Marcianò non avevano gradito l’elezione di Fortugno alle elezioni regionali del 2005 per le quali loro avevano appoggiato Mimmo Crea, il candidato della Margherita (primo dei non eletti) poi arrestato nell’inchiesta “Onorata sanità“. Un omicidio eccellente che lascia ancora troppi interrogativi. Primo fra tutti il contesto politico che avrebbe potuto rappresentare l’humus in cui è maturata la decisione di far fuori Fortugno. Se da una parte è vero che Mimmo Crea non è mai stato indagato per l’omicidio dell’ex vice presidente del Consiglio regionale, infatti, dall’altra non è possibile che un delitto di questa portata possa essere stato deciso solo dai Marcianò in una terra dove la ‘ndrangheta controlla ogni singolo voto.

Ritornando al corteo di oggi, dopo le corone di fiori lasciate davanti a Palazzo Nieddu, le autorità si sono spostate al Palazzo della Cultura del Comune di Locri dove c’è stata la cerimonia di premiazione del contest fotografico uno “scatto per la legalità” rivolta alle scuole italiane punto nel pomeriggio è prevista la celebrazione della messa da parte del vescovo di Locri Francesco Oliva. Tra i componenti della giuria i giornalisti Sandro Ruotolo, Michele Cucuzza, lo scrittore Carlo Lucarelli, il fotoreporter Lucas Uliano e il presidente dell’osservatorio sui diritti dei minori Antonio Marziale. Le manifestazioni di commemorazione dell’omicidio Fortugno si concluderanno infine con un consiglio regionale che si terrà a Locri.

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