Impegni istituzionali” in Egitto. Questa la motivazione che ha fatto saltare la lectio magistralis al Parlamento italiano del Grande Imam di Al Azhar. Salta dunque – almeno per il momento – la visita a Roma di Ahmed al Tayyeb, teologo sunnita che nei giorni scorsi è stato al centro delle polemiche perché alcuni parlamentari hanno espressamente chiesto alla presidente della Camera Laura Boldrini di revocargli l’invito. Il Grande Imam sarebbe dovuto intervenire il 21 ottobre nella Sala della Regina di Montecitorio nell’ambito di un convegno sul tema “Islam, religione di pace”. Ma dopo un articolo del Foglio che accusava al Tayyeb di aver “invocato più volte la distruzione di Israele“, dal mondo politico e dalla comunità ebraica si sono levate le critiche di quanti considerano il leader della prestigiosa istituzione teologica con sede al Cairo – la più importante del mondo sunnita – un pericoloso “antisemita“.

A questo si sono aggiunte le dichiarazioni dello stesso imam che negli stessi giorni, in un’intervista alla tv egiziana, ha invocato l’unità del mondo arabo e musulmano contro il “comune nemico sionista”. La comunità ebraica romana, per bocca della presidente Ruth Dureghello, aveva espresso perplessità sulla scelta di invitare al Tayyeb in Parlamento. La comunità aveva segnalato alla presidente della Camera “la figura e il pensiero dell’imam, in modo di consentire alle istituzioni un’esatta valutazione della vicenda in questione”.

In una nota ufficiale dell’università di Al Azhar si annuncia che l’Imam ha deciso di posporre la sua visita in Italia (dove avrebbe dovuto incontrare anche il capo dello Stato Sergio Mattarella) “per impegni istituzionali in Egitto”. Niente più di questo. Né un’indicazione su un’eventuale altra data per il viaggio a Roma. “Abbiamo saputo che per motivi interni, ci sono le elezioni nei prossimi giorni, l’Imam ha deciso di rimandare la sua visita. Ne abbiamo preso atto, sia noi alla Camera sia il presidente della Repubblica. Vedremo di trovare una nuova data che vada bene a tutti”, ha commentato in serata la Boldrini.

Comunque, chi nei giorni scorsi aveva chiesto che l’invito al religioso fosse revocato ha accolto la notizia con soddisfazione. “Questo imam è un antisemita e un nemico delle donne”, ha commentato Maurizio Gasparri. “Averlo invitato alla Camera è un crimine oltre che un errore per cui la presidente della Camera dovrebbe scusarsi”, ha aggiunto il senatore azzurro, affermando di non credere alla versione ufficiale del rinvio: “È evidente che questi impegni non esistono e che la Boldrini ha preso un granchio”.

Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, ha fatto un riferimento alla vicenda intervenendo alla marcia in memoria della deportazione degli ebrei romani. “La lezione sulla memoria della Shoah – ha detto – è diversa dalla lezione dei predicatori d’odio che si vogliono portare nelle istituzioni italiane che invece vanno rispettate”. Mentre la presidente della comunità ebraica romana, Ruth Dureghello, si è detta “fiduciosa” che “si chiarisca la posizione” dell’imam di Al Azhar “affinché ci si possa sedere attorno a un tavolo e parlare di pace e rispetto per Israele e gli israeliani”. Ed ha aggiunto: “Anche le istituzioni italiane devono verificare bene quali sono i valori delle persone con le quali si vuole interloquire”.

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