Tra i tanti status scritti coi piedi meglio quelli vergati con cura e perizia da un paio di zampette. Come racconta il prestigioso Time, arriva dall’Australia il pollo, pardon la pollastrella, di nome Betty che altri non è che la “first tweeting Chicken” al mondo. Il suo account su Twitter ha appena superato i 24mila follower. La bella pollastra se ne sta tutti i giorni per l’appunto appollaiata nella sua casupola di legno a riposare. Ogni tanto, però, si sposta volontariamente nello spazio “studio” dove, tra lampade da scrivania e monitor, come si può vedere dal filmato caricato su Youtube, si diletta a becchettare la tastiera riproducendo status che stanno spesso entro i famigerati 140 caratteri. Giovedì scorso il tweet è stato lapidario: “. 79. / a1”; mentre una settimana fa la sintesi si è fatta ancora più stringente: “CX 2112”. Nelle ultime ore, probabilmente per l’emozione di essere finita sulla copertina di Time, Betty si è lasciata andare a tweet del tipo: “zxqfa,ub83c bnyixpo,kughemmkywzvz……… .. p/eeoøt4r5f vmugm,;cfzzrcc0=pp-0;””””’ ””””””””””””””” ”””— ” o “9 19”””””’ j q`1 efbg 9 9  gs9 aersx ŹZXC  a21x 9 ar8iyya 599`3 ============================== ===========================”.

A differenza di una serie di star animali dei social network come lo scoiattolino “common squirrel” – oltre 98mila follower – o ancora di più del celebre micio Sockamillion – oltre un milione e 33mila follower –, che provvedono a comunicare online grazie alle mani umane dei propri padroni o conoscenti, è davvero Betty a pigiare con becco e zampe la tastiera  e in automatico a far pubblicare i propri tweet. Un esperimento che i suoi proprietari vogliono tenere in piedi fino a quando la gallina non digiterà una parola in lingua inglese, di senso compiuto, di almeno cinque lettere. Risultato che le consentirà di finire sul Guinness dei Primati. Un esperimento che fa venire in mente il “teorema della scimmia instancabile” formulato dal matematico francese Emile Boret. L’enunciato originale vuole che una scimmia che preme a caso i tasti di una tastiera per un tempo infinitamente lungo quasi certamente riuscirà a comporre qualsiasi testo prefissato, perfino Shakespeare o Dante. Uno degli ultimi esperimenti compiuto in Inghilterra da un team di scienziati su un gruppo di macachi Sulawesi ha però portato dopo un mese di tentativi soltanto “l’uso della tastiera come gabinetto e la distruzione della medesima”.

A dire il vero Betty un paio di parole di senso compiuto le avrebbe anche scritte: “Bum” e “Few”, ma il record dev’essere ancora battuto. Il triste scopo di fondo dei proprietari della prima gallina che twitta, però, lo riportiamo proprio in fondo al racconto dell’episodio di cronaca. Perché pur rimanendo tutto vero, Betty è una trovata di marketing per un fast food che vende pollo arrosto. Chicken Treat, infatti, mostra sul suo sito web proprio un parente di Betty impanato in mezzo a pannocchie e patatine fritte. L’iniziativa ha così generato parecchie critiche dagli animalisti, anche sulla pagina di Betty, dove è stata postata una foto di polli in una gabbia con su scritto: ‘I polli non twittano ma vivono da torturati”. I proprietari di Chicken treat a loro volta hanno spiegato che la loro iniziativa pubblicitaria ha avuto l’approvazione della Società Reale Australiana per la Prevenzione della Crudeltà verso gli Animali. Speriamo allora che alla povera Betty per le sue doti di comunicatrice sui social network le venga almeno risparmiato lo spiedo.

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