Maria Elena Boschi non si stupisce del voto favorevole dei verdiniani alla riforma del Senato. Matteo Renzi ribadisce che Denis Verdini non è il mostro di Lochness e incoerente, semmai, sarà Forza Italia che ha cambiato idea dalla prima alla seconda votazione. Peccato che le cose non siano proprio così: sì, perché ad agosto 2014, quando il ddl Boschi era al Senato in prima lettura, ben otto senatori sui tredici dell’attuale gruppo-stampella al governo Renzi non votarono la riforma della Costituzione. “E’ vero non la votai, è un testo pessimo, ma qui non riguarda più la Costituzione, è un referendum su Renzi”, ammette Vincenzo D’Anna. Il suo compagno Giuseppe Compagnone alla parola “venduto” si infuria: “Non si permetta, sono una persona perbene, è un progetto politico più serio di quello che volete far credere”. Della stessa linea Giuseppe Ruvolo che, come gli altri, era fermamente contrario alla riforma: “Aiutiamo l’Italia come ha detto Renzi, lo facciamo per l’interesse del Paese”. Alla fine la sintesi politica la trova sempre D’Anna: “Nessuno se ne fotte più niente della riforma, c’è chi vuole andare ad elezioni anticipate e noi vogliamo impedirlo”  di Irene Buscemi

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Riforme, i verdiniani che dicevano: “Renzi si fermi, l’iter è un orrore”. Solo 5 su 13 dissero sì, oggi blindano la legge

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