“Da sabato ho iniziato lo sciopero della fame perché da quando ho cominciato a battermi per l’ampliamento dei diritti sindacali e associativi nell’Esercito e denunciato lo sblocco degli emolumenti a favore di alcuni dirigenti militari ho subito una serie di sanzioni disciplinari da parte dell’amministrazione”. Così il caporal maggiore Girolamo Foti, delegato del Cocer Interforze, ai microfoni de ilfattoquotidiano.it. Una situazione tutta italiana o quasi perché “nella maggior parte dei paesi europei i militari hanno un vero sindacato, noi invece non abbiamo potere di contrattazione o di intervenire nei casi di demansionamento del personale”. Le istanze portate avanti in questi mesi secondo Foti, non solo non sono state prese in considerazione dai vertici militari, ma hanno coinciso con una serie di provvedimenti contro di lui. “Un esempio? Mi hanno dato tre giorni di consegna – racconta – per il mancato taglio dei capelli. Ero diretto a Palermo all’arrivo, come comunicato, avrei fatto il taglio e invece ho trovato il provvedimento“. “Per dieci anni ho partecipato ad operazioni militari all’estero e devo dire che vivevo quel periodo con più serenità rispetto a quello attuale di delegato Cocer”. Dopo mesi di battaglie e istanze a favore della base inascoltate Foti ha deciso di alzare il tiro e da sabato non mangia più. “Terminerò lo sciopero della fame – conclude – quando verrò ricevuto dai vertici e dal ministro della Difesa”. Contattati sul caso di Girolamo Foti, i dipartimenti competenti dell’Esercito Italiano non ci hanno ancora risposto di Paolo Dimalio e Luca Teolato

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