Nel film della Pixar Inside Out, la vita della giovane Riley è governata da cinque emozioni: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura, Disgusto che alternandosi nella sua testa ne costruiscono le reazioni. Il film trasforma in animazione concetti che appartengono alle teorie cognitive della mente e apre una finestra sulla vita emotiva di una ragazzina di 11 anni che fa i conti con il suo percorso di crescita e consapevolezza.

Il regista Pete Docter, dice che per il film sono state selezionate solo 5 emozioni per evitare di affollare la “stanza dei comandi”. Si ritiene effettivamente che le emozioni fondamentali siano poche forse proprio cinque, presenti fin dalla nascita nel bambino: paura, rabbia, tristezza, disgusto e gioia sono utili per regolare il legame affettivo con le figure di attaccamento. Le altre emozioni, invece, considerate complesse, come la vergogna, la gelosia, l’invidia, il disprezzo si strutturerebbero in un secondo tempo e sarebbero la combinazione di due o più emozioni fondamentali, la loro funzione sarebbe più orientata a regolare i processi di autoconsapevolezza come la stima e l’autostima e attraverso di essi le relazioni sociali.

Ogni emozione è accompagnata da specifiche reazioni fisiologiche, da espressioni facciali e comportamenti tipici, che la rendono riconoscibile anche agli altri: è facile per chi ci è accanto capire se stiamo provando gioia, rabbia, paura o tristezza.

Il linguaggio emotivo è involontario e perciò considerato sincero con un significato indipendente dalle parole, quindi universale. Riconoscere le emozioni di una persona è il sistema più rapido e affidabile per conoscerla.

Si riteneva che le emozioni fossero contrapposte alla razionalità e che la psiche fosse divisa in due parti: una positiva, razionale, l’altra negativa, emotiva, che avessero un corso automatico fuori dalla volontà dell’individuo e che fosse meglio reprimerle.

Oggi si ritiene più verosimilmente che le emozioni organizzano piuttosto che sconvolgere il piano razionale, che guidino la nostra percezione del mondo, come anche la nostra memoria perché i ricordi del passato vengono selezionati in base all’emozione e allo stato d’animo in corso

Le emozioni strutturano le nostre relazioni interpersonali, a partire dalle prime relazioni di attaccamento e le nostre identità vengono definite da specifiche emozioni che, come lenti di ingrandimento, ci fanno percepire il mondo in un modo piuttosto che in un altro.

Spesso la sofferenza psicologica è collegata a una scarsa consapevolezza della propria emotività.

Le emozioni sono esperienze importanti, da conoscere piuttosto che evitare, cambiare o sopprimere. Possono essere piacevoli o spiacevoli, ma in ogni caso danno significato e valore alla vita.

Articolo Precedente

Non profit e cooperazione internazionale: le ong danno fastidio

next
Articolo Successivo

“Ho lasciato tutto per viaggiare in bici dall’Africa agli Usa e aiutare così una onlus a finanziarsi. Ora sono felice”

next