Il caccia russo era in arrivo sulla stessa rotta del jet americano, che ha dovuto cambiare traiettoria per evitarlo. A riferirlo è il Pentagono che non specifica però quante volte sia avvenuto l’episodio. Di certo, però, si è verificato da quando la Russia ha deciso di intervenire in Siria contro Isis. O almeno, questa è l’obiettivo dichiarato da Mosca, visto che la Nato, al contrario, è convinta che il Cremlino stia colpendo oppositori di Assad e civili.

Un portavoce del dipartimento della Difesa Usa, il capitano Jeff Davis, ha confermato che velivoli Usa restano quotidianamente in sorvolo sulla Siria impegnati in missioni di attacco e di altra natura, ma ha riconosciuto che le operazioni aeree hanno dovuto subire aggiustamenti da quando la Russia ha lanciato le sue operazioni. Il portavoce non ha poi reso noto quante volte si siano verificati situazioni simili, ma ha sottolineato che ciò mette in evidenza l’interesse del Pentagono nel comunicare con la controparte russa per evitare incidenti nei cieli siriani. Un primo contatto di questo tipo ha avuto luogo lo scorso primo ottobre.

E sulle azioni russe interviene anche il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, spiegando che gli Usa aspettano da Mosca proposte concrete su come coordinarsi per evitare una escalation. “Se la Russia vuole contribuire alla coalizione anti-Isis in maniera costruttiva ben venga, ma se continuerà agendo unilateralmente non c’è spazio per il dialogo”, ha detto. E la strategia di Putin è stata duramente attaccata anche dal Segretario alla Difesa americano, Ashton Carter, nel corso della conferenza stampa a Roma con l’omologo italiano Roberta Pinotti. Quello di bombardare i ribelli “è un errore e – ha spiegato il numero uno del Pentagono – non cooperiamo con la Russia su questa strategia”.

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