Paghi quattro, prendi tre. Per ottenere dai creditori internazionali due tranche di aiuti per complessivi 3 miliardi di euro, Alexis Tsipras deve varare una nuova manovra da 4,3 miliardi di euro che colpisce famiglie, imprese pensionati. Tutte le misure dovranno ottenere il nulla osta dell’Eurogruppo prima di essere approvate. Lunedì era il giorno segnato in rosso dalla troika: il nuovo parlamento di Atene, che si è insediato per la prima seduta sabato scorso, ha ricevuto la bozza di misure di bilancio per il prossimo anno in cui sono previsti interventi per risparmi e sforbiciate in tutti i settori. Ci sono tagli alle pensioni e alle prestazioni sociali per 1,2 miliardi e alla difesa per 400 milioni, a meno che il ministero non presenti un piano interno equivalente.

Nel 2016 il fondo per salari e pensioni sarà pari a 18,5 miliardi di euro rispetto ai 18,8 miliardi di quest’anno. Per assicurazioni, assistenza sanitaria e previdenza nell’anno in corso il budget era stato di 14,5 miliardi di euro nel 2015, mentre per il prossimo anno calerà a 13,8. I costi di funzionamento dell’intera macchina del welfare scenderanno a 5,1 miliardi di euro nel 2016 dai 5,5 del 2015. Dal primo gennaio inoltre sarà istituita una riserva speciale da 1 miliardo di euro controllata direttamente dal ministero, dal momento che quella programmata per l’anno in corso è stata di soli 302 milioni, mentre invece le previsioni erano di tre volte tanto.

Per le imprese aumentano le aliquote di imposta sul reddito delle società e le imposte sul reddito anticipato per liberi professionisti: si pagherà entro il prossimo dicembre una tassa per i proventi del 2016. L’intero pacchetto, secondo le stime del ministero delle finanze di Atene, dovrà assicurare nel 2016 un avanzo primario dello 0,5% del Pil (894 milioni). I ricavi netti del bilancio ordinario, in termini di cassa, sono proiettati a toccare quota 49,5 miliardi: +0,8% (circa 1,4 miliardi) rispetto alle stime dell’anno in corso.

Inoltre lo schema prevede una contrazione del 2,3% del Pil nel 2015 e dell’1,3% nel 2016, cifre che dovrebbero essere riviste al rialzo nella valutazione del prossimo novembre. Il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare fino al 25,8% nel 2016 (era al 24,6% nel 2014 e al 25,4% nel 2015). Inoltre, i proventi delle privatizzazioni dal 2016 dovranno toccare i 2 miliardi.

Il nodo, dunque, non è solo cosa fare ma farlo in fretta. Anche perché dall’Ue premono perché i tempi concordati a luglio siano rispettati. Lo ha ribadito ancora una volta il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, pochi minuti prima della riunione dei ministri delle Finanze dell’eurozona: “C’è ancora molto da fare – ha detto ai giornalisti – si devono ancora attuare una serie di riforme e altre, come quella delle pensioni e del mercato del lavoro, devono ancora essere progettate”. Si tratta di riforme che sono “nell’interesse della Grecia, se sono soddisfatte nel più breve tempo possibile possiamo continuare con il processo di ricapitalizzazione delle banche e avviare la discussione sulla riduzione del debito, ma questo richiede del lavoro precedente”. Posizione ribadita dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, che individua nella metà di ottobre il termine perché gli “impegni presi debbano essere mantenuti”.

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