“Grazie per aver mantenuto così tante persone in vita con le vostre scoperte”. È questo uno dei commenti più ricorrenti tra quelli postati via Twitter sul sito della Fondazione Nobel, dopo l’annuncio dell’assegnazione a William Campbell, Satoshi Omura e Youyou Tu del premio per la medicina e la fisiologia 2015 per la lotta alle malattie della povertà.

Il comitato dei Nobel ha affermato che “i loro studi hanno cambiato la vita di centinaia di milioni di persone” nei Paesi poveri del mondo. Secondo le stime dell’Oms, tra il 2000 e il 2013 il tasso di mortalità per malaria è, ad esempio, diminuito nel mondo del 47%, e in Africa del 54%. Abbiamo chiesto a Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, di spiegarci l’importanza di questo premio.

Qual è il significato di questo Nobel?
Sono molto contento di questo annuncio, perché sono stati scelti tre parassitologi che, con le loro ricerche, hanno cambiato la storia delle cosiddette malattie legate alla povertà.

Il comitato dei Nobel ha parlato di “conseguenze incommensurabili”, riferendosi alle loro ricerche.

Basti pensare che nel caso della “oncocerchiasi”, una malattia che porta alla cecità, gli studiosi premiati oggi hanno permesso di scoprire e mettere a punto un farmaco, l’Ivermectina, che ne sostituisce un altro più tossico. In questo modo hanno reso possibile, con una sola somministrazione ogni sei mesi, per dieci anni – periodo di sopravvivenza del verme nematode legato alla malattia – di evitare a chi ne è colpito di perdere la vista.

Il premio è andato anche agli studi sulla malaria e l’artemisina.
Si tratta di una sostanza di estrazione naturale, già impiegata in medicina tradizionale cinese da un centinaio di anni per il trattamento della febbre. È stata sviluppata dalla Cina di Mao nell’ambito di un programma di ricerca segreto, e oggi è divenuta uno dei farmaci più importanti contro la malaria. La scelta el comitato Nobel porta a una riflessione: che ci perdiamo una gran parte di medicina tradizionale dimostratasi, invece, rilevante e significativa fornendoci nuovi farmaci. Ma c’è un’altra ragione per cui è particolarmente importante la scelta del Nobel per la medicina e la fisiologia 2015.

Quale?
Pone l’attenzione sulle cosiddette malattie neglette che, a differenza di infezioni come ebola, sono state trascurate e non hanno avuto la giusta attenzione popolare. È nella modernità dei Nobel tirar fuori qualcosa che ha una grande rilevanza, ed essere sempre attenti nel premiare gli avanzamenti delle conoscenze su temi importanti che richiedono più attenzione.

L’Oms stima che la malaria uccida ancora circa 450mila persone l’anno, molti dei quali sono bambini. Come mai è così diffusa?
Le condizioni di povertà incidono molto. Inoltre, secondo una stima dell’Oms, l’Europa potrebbe essere colpita, entro il 2050, da una ripresa della malaria, collegata alla fine dell’era del “ddt”, sostituito da altri derivati non altrettanto efficaci.

Quali effetti può avere il Nobel di oggi?
Adesso riprenderanno i finanziamenti su queste malattie neglette e, per quanto riguarda la malaria, ci si potrà aspettare un avanzamento nella ricerca di un vaccino. La Commissione europea si accinge, ad esempio, a lanciare un grande progetto proprio sul vaccino contro la malaria.

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