Stasera tutto è possibile, che va in onda con discreto successo su Rai2, la dice lunga sul nostro sistema televisivo e le sue differenze rispetto al resto del mondo. L’idea è semplice che di più sarebbe impossibile. Prendi alcuni “mezzi” vip e mettili a fare i giochi di società, quelli con cui si passano (si passavano?) le serate in tempi meno connessi di quelli attuali, o con cui tuttora sulla spiagge si rompe il ghiaccio fra ragazzi e ragazze casualmente accostati dalla distribuzione degli ombrelloni.

Dei vip, ecco uno dei team coinvolti: Alessandra e Rosita Celentano, Gianluca Fubelli, Roberta Giarrusso, Gianluca Impastato, Mago Forest, Maurizio Mattioli, Flavia Montrucchio. Incontrandoli per strada non ne riconosceremmo neanche uno, ma siamo noi di certo che sbagliamo. Il loro compito è di risultare adeguatamente imbranati per strappare le conseguenti risate. Nessuna complicazione con giurie e relativi birignao seriali (cioè: non siamo ai riti di iniziazione evocati nei talent). Nessuna classifica o premio. Un trastullo per passare la serata facendo quattro risate.

Qualcuno dubita che una siffatta pozione sia definibile come programma “di Servizio Pubblico” ma il senso del “Servizio Pubblico” di una tv di Stato lo si ricava dal complesso del suo flusso di programmazione e non da un singolo titolo. Nel caso specifico il format Ce soir tout est permis viene dalla principale rete privata francese, TF1, che, oltre che all’Italia, lo ha rivenduto in varie parti del mondo, dalla Germania alla Spagna, da Israele alla Turchia, dalla Slovenia al Quebec. Il contenuto del format è costituito dalla lista e formula dei giochi a cui sono chiamati i vip del luogo: La stanza inclinata, che li fa barcollare, Tutti giù per terra che gli collauda le ginocchia, Indovina chi sono, che attraverso il gioco del mimo ne testa il pensiero associativo. E così via.

La differenza fra noi e la Francia è che lì il programma dura 90 minuti e da noi 150, con conseguente crescita dei vip da sei a otto, perché, si sa che questa è la dannazione delle troppe reti che ci contraddistinguono: una volta che allestisci un programma lo devi stiracchiare il più possibile per evitare altre spese. Quanto allo share la nostra edizione se la cava piuttosto bene con il suo 10% circa, perché è vero che in Francia arriva al 20%, ma andando sulla Rai1 del luogo ed esistendo lì meno canali (solo quattro contro i nostri sette) tra cui spartire il pubblico generalista.
Il nerbo del pubblico, equamente distribuito fra i vari territori, è costituito dalle donne fra i 15 e i 44 anni. Forse perché, femminilmente attente ai dettagli, sono capaci di riconoscere gli ospiti.

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