“La Tesla Model X è il Suv più sicuro al mondo”. Metà della presentazione di Elon Musk – ieri sera, ora locale, a Freemont, California – è dedicato alla sicurezza del nuovo attesissimo veicolo, il terzo dopo Roadster e Model S. Un’attenzione alla sicurezza che tenta di intercettare il pubblico femminile e quello delle famiglie, per ora tiepidi di fronte alla berlina ad alte prestazioni Model S. Secondo Musk, è il fatto stesso di essere elettrica che rende la Model X più sicura delle concorrenti: invece di avere un grosso motore nel cofano, la Suv Tesla ne ha due piccoli posizionati in basso, vicino alle batterie. L’assenza di un “grosso blocco d’acciaio” permette una migliore distribuzione delle forze in caso di impatto. “È la stessa differenza fra gettarsi in una piscina, e gettarsi in una piscina con un masso dentro”, dice Musk al pubblico che fischia e urla a ogni battuta. Dopo aver illustrato i dispositivi di sicurezza attiva (sistemi già conosciuti come la frenata automatica), Musk si sofferma sulla “sicurezza dell’aria”: conoscendo l’attenzione dei suoi clienti per le questioni ambientali, sa di toccare il tasto giusto proponendo un enorme filtro dell’aria che ferma anche virus e batteri: “Bioweapon defence mode”, lo chiama. “Ci abbiamo lavorato ben prima che le ultime vicende dimostrassero l’importanza della pulizia dell’aria”, dice alludendo alla vicenda Volkswagen.

Il lato più spettacolare della Model X, però, rimane l’apertura delle portiere. Quelle anteriori si aprono in maniera tradizionale, ad eccezione del fatto che riconoscono la traiettoria della persona che si avvicina con la chiave in tasca, e si muovono automaticamente per farlo entrare. Le porte posteriori, invece, si aprono ad ala di gabbiano. Anzi, ad ala di falco, visto che Tesla le chiama “falcon wings” e non “gull wings” come quelle della storica Mercedes SL 300 o dell’attuale SLS AMG. La differenza la fa la seconda cerniera posizionata sotto il finestrino, che permette all’ala di piegarsi per rimanere aderente al corpo della vettura anche mentre si alza, così che non restano bloccate nei parcheggi angusti. E per chi ha un garage basso, dice Musk, nessun problema, perché i sensori nel tetto misurano lo spazio disponibile e modulano l’apertura di conseguenza. Valeva la pena ideare una portiera posteriore così complessa e pesante? Per Musk sì, perché facilita l’accesso alla terza fila di sedili e permette di prendersi cura meglio dei bambini seduti sulla seconda: “Queste sono ragioni pratiche, e poi così sono molto più cool”.

Dopo l’esibizione delle portiere della Model X che si sollevano strette fra due grosse auto, sul palco di Freemont arriva un esemplare della nuova Suv elettrica con sette persone a bordo, una montagna di valigie, persino un passeggino per gemelli (Musk ne ha due) piegato nel cofano anteriore, e una grossa roulotte a rimorchio: il nuovo modello può rimorchiare 5.000 libbre, 2,3 tonnellate, dice Musk, senza però specificare quanto questo carico influisca sull’autonomia. A dire il vero, anzi, di numeri il ceo della Tesla ne fornisce pochissimi: nessun prezzo, per esempio, ma dal configuratore on line si sa che non si scende al di sotto dei 100.000 dollari, e che le versioni di lancio, orgogliosamente ritirate dai primi proprietari proprio durante la serata di ieri, si aggirano sui 130.000. Poche anche le informazioni meccaniche. Si sa solo che la trazione integrale è di serie, e che le varianti sono due: quella “normale” “90D” (259 CV per ognuno dei due motori, 4,8 secondi per accelerare da 0 a 60 miglia orarie, ossia 97 km/h, autonomia 257 miglia o 413 km) e quella “Performance”, la “P90D”: l’autonomia è quasi identica (250 miglia), il motore anteriore rimane da 259 CV, ma quello posteriore raddoppia a 503 CV, il che permette a questa Suv da due tonnellate e mezza di accelerare da 0 a 60 miglia orari in 3,8 secondi, 3,2 attivando la funzione Ludicrous Speed. Musk e i suoi sono talmente convinti delle prestazioni della Model X da avere messo a disposizione dei giornalisti, perché facciano il paragone durante il test drive, una Porsche Cayenne e una BMW X5.

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