Se la Juventus cercava un filo conduttore con la scorsa stagione, l’ha trovato. Anzi, sono due. Uno, la Champions. Due, Alvaro Morata. Che poi, di fatto, sono la stessa cosa. L’attaccante spagnolo stende il Siviglia segnando il quinto gol consecutivo sul palcoscenico europeo: Real Madrid all’andata, poi bis al Bernabeu, l’amara rete contro il Barcellona e via di nuovo a Manchester due settimane fa prima di punire anche gli andalusi. La ‘manita’ era riuscita a un solo bianconero, Alessandro Del Piero. Morata ha discusso la tesi e si è laureato, in un mercoledì che ha regalato altri numeri da storia: cinquecento gol per Cristiano Ronaldo, Juan Mata dello United a segno in Europa con la terza maglia dopo Valencia e Chelsea (più un assist da vedere e rivedere per la rete di Smalling). Tornando allo Stadium, dove la Juve non aveva ancora raccolto i 3 punti in questa stagione, l’ex canterano del Real si candida ora a leader offensivo della Juve-bella, quella che si vede lontano dalla A. Tensione diversa, un Khedira (molto) positivo in più e una leggerezza mentale che scompare nel week end. Insomma, durante la settimana la squadra di Allegri gioca decisamente meglio. A tratti è pure bella.

Nel primo tempo bianconero ci sono concretezza e voglia. Il Siviglia arriva dalle parti di Buffon solo a pochi secondi dall’intervallo. I bianconeri lavorano bene in fase difensiva, dove il 3-5-2 predisposto dal livornese diventa 4-4-2 con Evra che scivola in posizione di terzino quando a controllare la palla sono degli uomini di Emery. Ma il movimento è armonico anche nel momento in cui si sale a offendere, cosa che accade con costanza nel primo tempo. Magari in maniera imprecisa, ma mai banale. Dopo trenta secondi Pogba liscia una buona occasione, Hernanes spara la botta all’8’. Sono segnali precisi che verranno confermati con il passare dei minuti. Il piede per scardinare la difesa andalusa guidata dall’ex nerazzurro Andreolli è Cuadrado. Il colombiano salta l’uomo con facilità e tiene perennemente in apprensione chi bazzica dalle sue parti. Gli inserimenti di Hernanes fanno il resto, ma l’azione più bella nasce da una triangolazione con il rientrante Khedira, fondamentale nel dare equilibrio al reparto, e Dybala che scaraventa un sinistro a giro velenoso verso Sergio Rico. Fuori di poco, ma che spettacolo. Anche negli ottanta metri di corsa di Barzagli per provare a recuperare un’apertura troppo lunga c’è lo spirito di un gruppo che ‘sente’ l’importanza della serata e vuole azzannare l’occasione per raddrizzare il periodo nero grazie alla Champions. Il resto lo fa la testata di Morata prima dell’intervallo: lenta ma precisa vale il gol numero 7 nelle ultime nove partite continentali giocate dall’attaccante spagnolo. Gente con il fiuto per i guizzi importanti, forse quel leader di cui la Juve è in cerca. La sua è una rete pesante, perché mette il match in discesa e significa aggancio a Del Piero sul trono dei bianconeri capaci di segnare per cinque volte consecutivamente in Europa.

I numeri di Morata non oscurano il lavoro importante di Dybala, tra i più attivi. Nel primo quarto d’ora della ripresa, mentre il Siviglia alza un po’ il baricentro mostrando il fianco alle sgroppate di Cuadrado, ci prova due volte ma viene murato. Sono le uniche accelerazioni di un undici che vuole controllare la partita abbassandone il ritmo. Per risalire non basta a Emery la voglia di riscatto di Immobile, gettato nella mischia nell’ultima mezz’ora e fischiatissimo dallo Stadium. Da grande squadra che sa di non vivere il suo periodo migliore la Juve sterilizza gli ultimi venti minuti. Zero rischi, zero occasioni importanti. Ma quando nel finale si aprono le praterie, ancora l’italo-argentino costruisce il raddoppio di Zaza combattendo su un pallone che finisce all’ex Sassuolo: cinquanta metri di corsa e primo gol in Champions. Gioco, partita, incontro. Punteggio pieno e primo posto. All’orizzonte la doppia sfida al Borussia Moenchengladbach, ovvero l’opportunità di qualificarsi agli ottavi con largo anticipo. E il campionato sembra un lontano ricordo.

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