Novantacinque minuti di faccia a faccia, un’ora e mezza di colloquio, trenta in più del previsto. Sono i numeri del colloquio bilaterale tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin. Oggetto dell’incontro: provare a capire se esistono i margini di manovra per un’azione comune tra Stati Uniti e Russia in Siria. E alla fine il frutto del face to face è molto simile a quello che era già emerso in giornata: un’ipotesi, seppur ancora solo ventilata, di dialogo per puntare a una collaborazione tra i due stati e bombardare congiuntamente l‘Isis, e una divisione che rimane nettissima sul ruolo del leader siriano Bashar al Assad.

No ad alleanze con Assad, è un tiranno che ha brutalizzato il suo popolo: una soluzione in Siria deve essere la transizione a un nuovo leader”, ha detto Obama, nel suo discorso letto nella 70esima assemblea generale delle Nazioni Unite. “Errore. Lo Stato Islamico non arriva dal nulla e l’esercito siriano è l’unico in grado di sconfiggere l’Isis”, ha ribattuto Putin, auspicando la creazione di “una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda guerra mondiale”. Il presidente russo ha proposto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu adotti una risoluzione per coordinare le forze che combattono l’Isis e altri gruppi terroristici.

Poi, dopo aver illustrato i rispettivi discorsi, i due presidenti hanno dato vita al primo incontro bilaterale Usa – Russia dell’ultimo anno e mezzo, dopo il pranzo insieme al segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, con tanto di brindisi glaciale. “Il colloquio con Obama è stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme: eventi come questi sono utili, informali e produttivi”, ha concesso Putin dopo i 95 minuti di incontro, in una conferenza stampa con i media russi.  “Obama e Hollande non sono cittadini siriani. Non possono decidere sul futuro del Paese”. ha poi avvertito il presidente russo sottolineando che “I raid aerei in Siria non sono legali perchè non c’è l’autorizzazione dell’Onu”.

Dopo i due attacchi per nulla velati a Stati Uniti e Francia, però, Putin ha spiegato che ci sono concrete possibilità di unirsi ai raid aerei contro l’Isis in Siria: ma “Ne abbiamo parlato. Ci stiamo pensando e non escludiamo nulla: ogni nostra azione sarà fatta solo se in linea col diritto internazionale“. Il presidente russo esclude comunque che le truppe di Mosca, già schierate nel Paese, attaccheranno sul terreno.

Gli Usa, fanno invece sapere fonti diplomatiche,  non considerano il dispiegamento delle forze militari russe in Siria come necessariamente distruttivo per ottenere un risultato positivo sul territorio, ma l’opinione dell’amministrazione dipenderà dalle azioni di Mosca e dal modo in cui proseguiranno. “Se i russi usano la loro forza militare solamente per combattere l’Isis, allora va bene“, sostiene una fonte della Casa Bianca. “Ma se lo fanno per rafforzare la lotta di Assad contro il suo stesso popolo, questo sarà negativo”, ha aggiunto.

Il dialogo tra i due Paesi che hanno animato mezzo secolo di guerra fredda, insomma, resta aperto: le possibilità di azione comune in chiave anti Isis, invece, sono ancora tutte da verificare.  I colloqui politici proseguiranno tra i ministri degli Esteri dei due Paesi, mentre il Pentagono sarà incaricato dei colloqui tra eserciti. Alla fine anche l’alto rappresentante degli Affari esteri dell’Unione Europea Federica Mogherini ha promosso il bilaterale andato in onda all’Onu: “E’ stato molto importante che l’incontro tra Obama e Putin abbia avuto luogo, in qualche modo è un fatto storico, dopo oltre un anno che non si vedevano. E soprattutto con un tema in agenda che non è l’Ucraina. Questo significa che abbiamo agende globali e comuni”, ha detto l’ex ministro degli Esteri italiano.

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