Duecento piante di marijuana alte quanto un uomo adulto, talvolta anche di più, fino a due metri. Cresciute a una manciata di chilometri dalle mura rosse del centro storico e curate con un elaborato sistema di irrigazione automatico, fino al punto giusto per essere essiccate e immesse nei canali dello spaccio di stupefacenti . È questa l’immagine che si sono trovati davanti i Carabinieri di Bologna, che nella mattinata di martedì 29 settembre hanno estirpato una maxicoltivazione di canapa indiana, dal valore stimato in almeno 400mila euro.

La piantagione era stata scoperta pochi giorni prima, durante una serie di controlli in quella zona. Si trovava in un’area verde, un terreno demaniale di 400 ettari alle porte della città. Esattamente tra via Erbosa e via dell’Arcoveggio, non visibile dall’esterno grazie alla vegetazione intorno, ma non così distante dalle Due torri. Ed è forse questo, insieme alla abilità usata per accudire le piante, uno degli elementi che più ha stupito i Carabinieri, che ora, in base alle indagini e agli indizi raccolti, sono sulle tracce dei responsabili.

“Alcune caratteristiche”, fanno sapere dal Comando provinciale di Bologna, “fanno sospettare che le piante non fossero finalizzate all’uso personale, ma all’attività di una rete di spacciatori. In particolare, la quantità di marijuana e l’estensione della coltivazioni. La sostanza stupefacente, del peso di circa 250 chili era destinata a rifornire le principali piazze di spaccio di Bologna, dove avrebbe permesso di trarne un illecito profitto di circa 400mila euro”. La dimensione raggiunta dalle piante, inoltre, fa pensare che fossero lì da un po’ di mesi. E probabilmente i coltivatori sono persone con una certa conoscenza e padronanza della “materia”: l’area era divisa in settori in base allo sviluppo delle piante, e per fare arrivare l’acqua tra gli arbusti era stato montato un efficiente sistema automatico.

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