Prima parte

La seconda sestina di ex campioni del mondo manca di due elementi perché imprendibili anche telefonicamente. Mario Cipollini, re della volata di Zolder nel 2002 e Marino Basso con la sua rimonta incredibile su Franco Bitossi a Gap nel ’72 non ci diranno la loro visione sul prossimo mondiale ma le loro imprese restano ancora nitide nel cuore dei tifosi. Un quartetto, un poker d’assi vero e proprio è quello che chiude questa mia settimana di sano “stalking” agli ex campioni del mondo, disponibili pur con i loro impegni e soprattutto competenti. Chi ha conquistato quella maglia, vivendo il giorno perfetto percepisce meglio i segnali dell’avvicinamento alla gara che cambierà la carriera, e la vita, di un ciclista.

Quella di Maurizio Fondriest cambiò a Renaix nel 1988 quando anche la sorte ci mise lo zampino in quella volata a tre con il compianto Criquelion caduto a terra perché chiuso alle transenne da Bauer.Il trentino di Cles pensa che “La nazionale di Cassani è costruita come si doveva anche perché gli uomini in forma erano quelli, poi, certamente il percorso di Richmond sembra più adatto a ruote veloci dunque noi italiani non partiamo con i favori del pronostico. In un arrivo in volata Degenkolb, Sagan e Kristoff sono davanti a tutti ma non voglio togliere possibilità al nostro Elia Viviani che potrebbe regalarci una sorpresa, una medaglia può arrivare da lui. Come seconda opzione, nel caso si faccia una corsa più dura e, sembra, con la pioggia, penso a Trentin e Ulissi ma inventarsi qualcosa su questo percorso è difficile.

Da un trentino all’altro, Francesco Moser, campione del Mondo a San Cristobal nel 1977, pensa che “trovare l’uomo che in fondo sarà vincente non è facile ma partendo da un Nibali come fulcro, più uomo carismatico che vera punta visto che non è adattissimo al percorso. Le possibilità dell’Italia aumentano, secondo me, se ci sarà più sparpagliamento possibile, la corsa devono lasciarla andare senza cercare di controllarla. Logico che a controllare la gara saranno le squadre dei favoriti che penso siano Degenkolb, Kristoff e Sagan e per la medaglia ci si può sperare sempre, alla fine dopo 260 chilometri nulla è scontato”.

La “fucilata di Goodwood” la ricordano tutti i tifosi che ad ogni arrivo sognano di vedere qualcuno che emuli lo scatto di Beppe Saronni che gli valse l’iride nel 1982. Non sappiamo se sull’ultimo strappo del percorso di Richmond ci sarà spazio per attacchi e non lo sa ancora Saronni che dice “Sul percorso, che non ho visto, ho sentito pareri diversi, anche dallo stesso Cassani che prima lo aveva giudicato selettivo, poi meno quindi non posso esprimere un parere netto sulle convocazioni ma vedendo i nomi un’idea me la sono fatto. Abbiamo in squadra due corridori veloci (Nizzolo e Viviani) ma anche due come Nibali e Ulissi per i quali è necessario fare corsa dura. Se porti due corridori veloci vuol dire che pensi allo sprint ma Ulissi e Nibali che corsa vorranno fare o gli piacerebbe fare? Il C.T. avrà parlato con loro per capire se si vogliono giocare le loro carte e quindi avere tutti gli uomini al loro servizio. Insomma come sempre una risposta a tutte le domande l’avremo il giorno della gara ma non conoscendo il percorso aspetterei di vedere la gara degli Under23 per fare pronostici, quello che mi auguro si da ora è di vedere un’Italia all’attacco!

Stoccarda ’91 e Benidorm ’92 furono due perle assolute colte col talento di Gianni Bugno ben supportato da una delle nazionali più forte selezionate da Alfredo Martini. Bugno vede un percorso molto veloce che “mi fa pensare a una conclusione allo sprint, quindi Degenkolb e Sagan sono i primi nomi che mi vengono in mente. Per Nibali sarà dura inventarsi uno scatto e dunque punterei sui nostri corridori veloci che se stanno bene dopo 260 chilometri possono sorprendere i favoriti. Dicono che ci sarà pioggia e dunque i corridori faranno ancora più fatica e le carte in tavola potrebbero cambiare. Per una medaglia, dopo 7 anni, sono fiducioso, anzi, proprio perché non siamo pronosticati dico che l’Italia andrà a medaglia”.

Chiudo io questa piacevole carrellata di analisi e pronostici con l’augurio di una gara senza rimpianti e che migliori il 13° posto di Colbrelli dell’anno scorso. Per gli appassionati, il mondiale lo si vive dal primo all’ultimo chilometro, è quasi come un libro, che si legge dalla prima all’ultima pagina, magari tutti d’un fiato per scoprirne presto il finale. Non sappiamo se quello di Richmond sarà un romanzo, un giallo, un fantasy o una tragedia ma parlare con gli ex campioni del mondo mi fa pensare a un finale epico con un epilogo musicale nel quale risuoni l’Inno di Mameli.

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