Il volto di Federico ricomposto dai pensieri della folla che scende in strada. È la locandina disegnata da Zerocalcare per la manifestazione di Ferrara che ricorda i dieci anni dalla morte di Federico Aldrovandi. Tutto partirà il 25 settembre, la data in cui tutto è finito, la data della morte del ragazzo diciottenne, e si concluderà il giorno successivo, sabato 26.

Sarà una manifestazione, non una festa. “La possiamo chiamare ricordo – trova la definizione Lino Aldrovandi, il padre di Federico -. Il ricordo non di un eroe, ma di un ragazzo ucciso senza una ragione”. Lino Aldrovandi parteciperà all’incontro di sabato, alle 11, sul “reato di tortura”, una delle battaglie portate avanti dopo la morte di suo figlio. “Terrò un breve discorso, per dire che noi che abbiamo perso un figlio lottiamo per i figli degli altri, per le tante persone che mi scrivono e mi ringraziano di quello che facciamo”.

La due giorni per Federico inizierà con un altro dibattito. Alle 21 in Sala Estense Patrizia Moretti, la madre del ragazzo, parlerà di “Tra cittadino e Stato: la violenza è inevitabile?” insieme a Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani del Senato, Lorena La Spina, segretario nazionale dell’Associazione funzionari di Polizia, e Daniele Tissone, segretario generale del Silp. “Si parlerà di ipotesi costruttive spero – è l’augurio della madre -, perché voglio che questi giorni servano a costruire, non a distruggere. Per dieci anni c’è stata distruzione, prima la battaglia per le indagini, poi i processi e le condanne e infine chi rinnegava quelle condanne”.

Alcune battaglie sono state vinte, come quella per la condanna di chi ha ucciso Federico. Altre sono state perse, come quella per togliere la divisa ai quattro agenti condannati. “Abbiamo ricevuto tante pacche sulle spalle e tante promesse, anche da ministri, ma poi non è cambiato nulla: quei quattro hanno ancora la divisa addosso, il reato di tortura non esiste, continuano ad esserci delle morti tra chi è affidato alle forze dell’ordine e ci sono sempre delle persone che si oppongono anche a quel po’ di giustizia che abbiamo ottenuto”.

Non la pensa così il suo avvocato Fabio Anselmo, che in questi anni ha seguito a livello legale tanti casi simili. Per lui “il caso Aldrovandi insieme al caso Cucchi ha mobilitato le coscienze e aperto uno squarcio nell’opinione pubblica alla quale era stata messa una benda sugli occhi dopo i fatti di Genova. Le morti di Federico prima e di Stefano poi ci si è cominciato a chiedere perché siamo l’unico paese in Europa che non si è voluto dotare di una legge sulla tortura”.
Una risposta la potrà dare forse la gente che scenderà in piazza a Ferrara in questi due giorni di “Musica, Parole e immagini per Federico”.
Dopo i due dibattiti di venerdì sera e sabato mattina, la manifestazione continuerà nel pomeriggio del 26 in piazza Municipale dalle 17.45 fino all’una. Sul palco si alterneranno i 99 Posse, gli Strike, Giorgio Canali & Rossofuoco, Punkreas, Thomas Cheval, Gasparazzo Bandabastarda, Trinacria Express, Costa. Parteciperà anche l’attore Valerio Mastandrea che leggerà un testo poetico.

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