Lo partorì da sola, senza assistenza, nel bagno dell’ospedale Maggiore di Cremona. E il bimbo cadde a terra, battè la testa e venne operato per l’asportazione di un ematoma. Ora sta bene, ma per quella vicenda finiscono a processo quattro persone, in servizio presso il nosocomio cittadino: il ginecologo del reparto di Ostetricia Antonello Pinzoni; due ostetriche, Chiara Cerioli, e Sara Ziliani; la tirocinante ostetrica Amanda Fiorentini. I genitori del bambino, nel processo che inizierà a febbraio, si sono costituiti parte civile tramite gli avvocati Luca Curatti e Andrea De Nittis.

I rinvii a giudizio sono stati disposti dal gup Pierpaolo Beluzzi, il pm che ha condotto le indagini è Fabio Saponara, che ha definito “del tutto inadeguata” la gestione della paziente da parte del personale sanitario. A tutti gli imputati vengono contestate le lesioni colpose, a due ostetriche (tra cui la tirocinante) anche il falso poiché nella cartella clinica ci sarebbe stato scritto che era stata l’ostetrica ad eseguire il monitoraggio, mentre l’accusa sostiene che lo espletò la tirocinante. I fatti risalgono all’ottobre del 2012.

Protagonista una ragazza cremonese di 37 anni che alla 37esima settimana aveva partorito in bagno senza alcun intervento del personale medico. Il bebè, dopo l’espulsione, si procurò una frattura alla testa. Di qui gli accertamenti nel reparto di Terapia intensiva neonatale e poi il trasferimento a Bergamo per essere sottoposto all’intervento chirurgico. Ora il bimbo, che ha quasi tre anni, fortunatamente sta bene.

Fu il marito a trovare la donna, che aveva suonato inutilmente il campanello, vicino alla porta del bagno accanto al bimbo. Sei giorni dopo l’uomo sporse denuncia e allora venne aperto il fascicolo. Secondo i magistrati, il ginecologo e le ostetriche avrebbero determinato “l’espletamento del parto in condizioni di assenza completa di qualsivoglia assistenza e cura sanitaria adeguata con la conseguente caduta al suolo del feto al momento della nascita”. Non avrebbero quindi impedito che il piccolo “subisse lesioni personali dalle quali è derivata una malattia per un tempo superiore a venti giorni e non superiore a quaranta giorni, ma dalle quali deriverà una malattia probabilmente insanabile”.

L’avvocato del ginecologo parla invece di “evento eccezionale ed imprevedibile non essendosi registrato alcun sintomo premonitore appena prima del parto”. Per il legale delle ostetriche, “le mie assistite hanno fatto tutto ciò che potevano, hanno solo fatto il loro dovere. Quindi respingiamo le accuse”. “Una brutta vicenda” per gli avvocati di parte civile “che non si pensava potesse verificarsi ai nostri tempi”. Oggi il bambino sta bene, “anche se sono residuate delle patologie, come ad esempio ansia, difficoltà del linguaggio e quant’altro, per le quali valuteremo se ci sia stato o meno un nesso di causalità con i fatti accaduti”.

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