Immaginate di abitare all’ultimo piano di una palazzina, di essere in casa, e che sia una giornata di pioggia, di essere spinti poi a entrare in bagno a causa di un rumore che ricorda quello di una cascata d’acqua; guardate nell’immediato il lampadario perché proprio intorno alla lampadina, dal controsoffitto, viene giù acqua senza fermarsi.

Insomma, non dev’essere un bel vedere e una bella sensazione essere costretti, in casa, ad afferrare una bacinella perché raccolga questa pioggia.

Tutto questo accadeva poche settimana fa in un appartamento di Primavalle dell’Ater. Ma succede da diversi anni, da quando l’Ater “avrebbe fatto sistemare” il tetto di una palazzina in via Ferdinando Borromeo.

Possiamo vedere tutto questo nel breve filmato girato nella casa dove vive la famiglia Martinelli, composta da Sandra, di 80 anni e il figlio Vladimiro, poco più che cinquantenne, assegnatari, e la cui famiglia è vissuta in quell’appartamento – di due stanze, bagno e cucina – già dal 1932.

La signora, per insofferenza respiratoria cronica da Bpco (broncopneumopatia), ha raggiunto una invalidità del 100%. Non è bastato un isolamento forzato, perché se è vero che le palazzine di quella via hanno gli ascensori da diversi anni, va ricordato che non è mai stato fatto il collaudo e con l’ossigeno e i diversi accessori di cui deve disporre 24 ore su 24 Sandra non ha la possibilità di scendere da sola nel cortile del palazzo. Ma no, non è bastato tutto questo: adesso – e da anni –  le piove anche in casa.

Il filmato è stato girato poche settimane fa nei giorni in cui a Roma la pioggia sembrava voler anticipare la fine dell’estate. A poco sono valse le chiamate ai pompieri, all’Ater… Che nessuno si sia interessato di questa situazione si può sentire dalle parole della madre e del figlio in questa intervista.

L’Ater al momento in relazione al finanziamento previsto dal Decreto Ministeriale sul “Recupero degli alloggi Ater”, avrebbe chiesto di utilizzare questo finanziamento su 44 alloggi. Risulta che sono stati rilasciati dagli inquilini e che hanno necessità di una completa ristrutturazione. 44 alloggi. Un numero esiguo che sembrerebbe mettere la cornice al dramma della famiglia Martinelli.

Ma se Vladimiro e la madre sottolineano le mancanze da parte dell’Ater, non tralasciano neanche di raccontare la solidarietà da parte degli altri inquilini della palazzina che sarebbero intervenuti in loro aiuto più volte per svuotare il bagno allagato.

Un gesto di solidarietà che non vorrei trascurare di ricordare proprio in questi giorni, quando a Roma, Maria Carmela Privitera, una ex insegnante, è stata scovata quasi mummificata dall’ufficiale giudiziario entrato in casa per sfrattarla. Maria Carmela Privitera, la vicina di casa che non ha mai ricevuto soccorsi dai dirimpettai, né dai familiari, tanto meno dai conoscenti. Da nessuno, ma che dai vicini stessi, invece, “è stata sigillata” con dello scotch, senza neanche accertarsi prima cosa stesse accadendo lì dentro. Ritrovata pochi giorni fa, morta a novembre del 2013.

Parliamo di diritto alla casa, ricordiamo il dovere di essere civili, umani e responsabili anche verso gli altri. Diritti e doveri imbalsamati.

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