Dopo il voto dell’Aula del Senato, che si è espressa favorevolmente all’autorizzazione a procedere per diffamazione verso il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Lega), respingendo però quella per istigazione all’odio razziale nei confronti dell’ex ministro Cécile Kyenge (Pd). A essere convinti che paragonare una donna di colore a una scimmia (come aveva fatto Calderoli durante un comizio) non prefiguri un caso di razzismo che esuli dalle funzioni parlamentari sono stati ben 81 senatori Pd. Più di due terzi del totale. E’ “critica politica” dare dell’orango a Cécile Kyenge? Hanno chiesto oggi i cronisti al presidente dei senatori Pd Luigi Zanda. “Lasciatemi… non l’abbiamo detto, dovete leggere gli atti parlamentari” è la risposta lapidaria e imbarazzata di Zanda a mergine dell’assemblea nazionale di Campo Democratico a Roma. Per il presidente del Pd, Matteo Orfini, invece: “La reazione di Cécile (che aveva dichiarato: “Quell’insulto razziale, al Paese intero, ora arriva dalle istituzioni” ndr) è comprensibile. Se si è sentita tradita dal suo partito, il Pd deve chiederle scusa ed io lo faccio“. Uno scambio in vista della battaglia in Senato sulla riforma di palazzo Madama? “Questa è una sciocchezza” taglia corto Orfini
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