Quando il 17 settembre del 1945 si recava a Londra per capire le intenzioni dei Paesi vincitori sui trattati di pace da siglare con le potenze sconfitte, l’allora ministro degli esteri Alcide De Gasperi già attendeva la riforma di una Costituzione che nessuno aveva ancora scritto. Fantascienza? No, Matteo Renzi. Che nello sforzo di spiegare agli italiani la portata epocale della riforma del Senato, attualmente in Aula per la terza lettura, si fa prendere la mano dalla strategia comunicativa. “Questa riforma è attesa da 70 anni”, esclama con trasporto spaziotemporale. Roba che nemmeno Star Trek o Berlusconi. Che avrà pensato l’ospite lussemburghese, il primo ministro Xavier Bettel? Renzi intanto lo tira in mezzo: “La prima commissione sulla riforma del bicameralismo è del 1983, io e Xavier andavamo alle elementari, la seconda eravamo alle superiori, la terza all’università. Ora ci siamo, finalmente”. Finalmente, dopo trent’anni. O settanta? Perché non cento? “Alcide, io e la Maria Elena abbiamo avuto un’idea per un ddl… Stai sereno, ne parliamo quando torni da Londra. Saluti dal Verdini”

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