“Il problema non sono i 30mila posti di sostegno non coperti. Come ogni anno ultimate le fasi di assunzione, questi docenti arriveranno ma non saranno insegnanti specializzati. Questa è la reale emergenza”. A fare chiarezza dopo l’allarme lanciato dai sindacati sul Corriere della Sera è Salvatore Nocera, della Federazione italiana per il superamento dell’handicap. Con il suono della prima campanella, le associazioni che si occupano di disabilità, stanno facendo i conti con il fatto che in classe a supporto dei ragazzi diversamente abili (ad oggi 206mila certificati), arriveranno maestri e professori che non sempre sono motivati a fare i docenti di sostegno oltre a non essere preparati.

Una fotografia che conosce bene anche il ministero che sulla questione fornisce numeri diversi dal sindacato e dalle associazioni: “Quest’anno avremo più di 90 mila posti in organico di diritto sul sostegno, l’11% in più rispetto lo scorso anno (81.137). A questi vanno aggiunti i docenti nominati con il potenziamento: altri 6.400 posti. Nel frattempo abbiamo autorizzato altri 25 mila posti in deroga per andare incontro alla situazione”.

Resta il fatto che al suono della prima campanella mancano gli insegnanti: al Miur sanno che materialmente i primi giorni si rischia di avere una quantità di posti che non sono coperti a causa di trasferimenti, gravidanze e altro ancora ma l’impegno a viale Trastevere è di coprire il tutto nei prossimi giorni. Resta aperta la questione degli specializzati. Il Miur ammette che il problema esiste: “C’è una forte stabilizzazione sul sostegno – spiegano dai vertici di viale Trastevere – ma esiste una verità storica sugli specializzati. Quelli senza titolo non sono 30 mila, ma circa 15 mila. Con il nuovo concorso previsto sarà trovata una soluzione”.

Intanto con l’abolizione delle competenze delle Province e la nascita delle città metropolitane, sono venuti a mancare i fondi per il servizio di trasporto dei ragazzi con handicap oltre che i finanziamenti per gli assistenti alla comunicazione e ad personam. Un flop istituzionale che ha messo al palo centinaia di famiglie che quest’anno rischiano di non avere questi servizi.

Lo sa bene Giovanni Merlo, direttore della Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità. Il caso più eclatante è quello lombardo, dove se da una parte la città metropolitana è riuscita a mettere una pezza per l’assistenza ai disabili sensoriali, dall’altra parte per il trasporto e l’assistenza educativa ha ribaltato la questione sui comuni e il servizio sta partendo a macchia di leopardo. Una questione complicata: ad oggi ogni famiglia appartenente alla città metropolitana con un disabile sensoriale riceve cinque mila euro con i quali individuare una persona cui affidare l’incarico.

La situazione resta più delicata nel resto della Regione: “La maglia nera – spiega Merlo – va alla provincia di Cremona dove ad oggi il servizio di trasporto per i disabili non è partito. A Como e Lecco non ci risulta vi siano atti che garantiscono i diritti esigibili alle famiglie, ma ci sono dichiarazioni pubbliche che ci fanno ben sperare. Per quanto riguarda Monza/Brianza avevano avviato i procedimenti, ma hanno fatto retromarcia perché sembra che l’ente sia sull’orlo del fallimento. A Pavia hanno spiegato che copriranno solo la metà del fabbisogno”.

Per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno, la Ledha punta il dito contro la mancanza di specializzazione: “Mancano i corsi universitari necessari a sanare la situazione. In più ad oggi molti docenti entrano come insegnanti di sostegno per poi passare sul posto comune”. Parole confermate da Nocera: “Gli uffici scolastici e il ministero dell’Istruzione non hanno mai fatto una programmazione seria sui bisogni e le risorse effettivamente disponibili. Siamo riusciti almeno a far varare il decreto 326, con il quale si consente a chi ha preso la specializzazione, anche a settembre, di fare domanda di messa a disposizione. Gli uffici scolastici hanno l’obbligo di nominarli prima degli insegnanti non specializzati”.

La Ledha ora è pronta a dare battaglia: “La situazione – continua Merlo – espone bambini e ragazzi con disabilità a una discriminazione che può essere sanzionata in base alla legge 67/2000 che vieta ogni forma di discriminazione basata sulla disabilità. E’ da febbraio che abbiamo lanciato l’allarme. L’anno scolastico è partito male su questo fronte: noi siamo dalla parte delle famiglie che chiedono giustizia per i loro ragazzi. Abbiamo già incontrato una settantina di mamme e papà pronti a fare ricorso in tribunale”.

Intanto a Calolziocorte (Lecco), Elio Canino, papà di una ragazza diversamente abile che al primo giorno di scuola non ha avuto il docente di sostegno, si è incatenato al cancello dell’istituto “Mondo Giusto” per protestare contro il Governo Renzi e la riforma della “Buona Scuola” che ha previsto la possibilità per gli insegnanti assunti di ruolo di avvalersi, per quest’anno, della nomina su supplenza annuale. Un caso che ha toccato da vicino la famiglia Canino che aspettava fin da lunedì una maestra che, con ogni probabilità, è rimasta al Sud grazie al contratto a tempo determinato.

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