“Accoglienza dei migranti? Non dobbiamo mai perdere di vista un punto: c’è una parte della classe dirigente a cui questa polemica sui costi fa gioco, perché non fa le cose che deve fare in materia di moralità pubblica, di spending review e di efficientazione del sistema”. Così il direttore de ilfattoquotidiano.it, Peter Gomez, ospite di Coffee Break (La7), risponde a una telespettatrice che lamenta le spese relative all’accoglienza dei migranti a fronte di tasse e balzelli a carico degli italiani. “Lei ha ragione” – replica il giornalista – “ma forse valgono di più il miliardo di uero che abbiamo buttato via col Mose, o i 750 milioni di euro che ci sono costati per il caso Azzollini, nel caso in cui verranno confermate le prospettazioni dell’accusa contro di lui”. Gomez poi fa una disamina sulla strategia di Angela Merkel in materia di immigrazione e sulla situazione attuale in Europa: “Credo che il punto di mediazione tra tutti gli Stati europei debba essere questo: un’organizzazione estrema nell’accoglienza e nella selezione dei migranti. Basta, cioè, alle polizie nazionali deputate alla identificazione di chi arriva, ma devono essere funzionari della Ue. Ed è fondamentale l’esistenza di fondi finalizzati al rimpatrio per chi è clandestino. Secondo me, con una organizzazione efficace è anche possibile superare la xenofobia. Orban? Diciamolo volgarmente, lui ha solo bisogno di soldi”. E aggiunge: “Quella a cui stiamo assistendo non è una migrazione biblica. Si tratta in gran parte di profughi. E’ sperabile che nel giro di 2 o 3 anni la situazione in Siria e la questione Isis vengano risolte e si abbia la pacificazione della Libia. A quel punto, dovremmo pensare a quello che avverrà tra 10 anni, quando cioè cominceremo ad avere 150 milioni di persone, tra i 18 e i 30 anni, nell’Africa subsahariana e vorranno tutti venire in Europa”

Articolo Precedente

Us Open, Gomez: “Renzi? Ha fatto bene ad andare alla finale, ma doveva farlo a spese sue”

next
Articolo Successivo

Boschi: “Renzi ha avuto il coraggio di sfidare i poteri forti che ora non sanno più dove andare a parare”

next