“Ho seguito questa vicenda soltanto attraverso i giornali, mi sembra che alcuni soggetti di questa famiglia fossero stati già intervistati a lungo dopo l’episodio legato al funerale senza che nessuno abbia detto nulla. Per questo, il clamore di ora mi sembra un po’ strumentale. Comunque, prima cade il silenzio su questo, meglio sarà per tutti”. Sono le parole di monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova era della evangelizzazione, intervenuto ai microfoni di Ecg Regione, su Radio Cusano Campus. Il religioso stigmatizza con toni severi anche il “salvinismo”: “Ogni forma che estremizza una situazione non vedendola, non collocandola in un contesto di profonda crisi internazionale, rischia di cadere in forme di fondamentalismo che non hanno senso. Ci sono forme di fondamentalismo che noi assumiamo davanti alla realtà, prendiamo una parte di verità e la portiamo all’estremo. Non è più verità“. E aggiunge: “Certi politici dovrebbero stare più attenti alle proprie espressioni. Hanno una responsabilità pubblica, devono essere capaci di controllare il proprio linguaggio ed essere consapevoli che le espressioni che utilizzano possono provocare delle reazioni tra la gente che ascolta”. Il coordinatore del Giubileo per la Santa Sede si esprime sull’evento atteso a Roma per l’8 dicembre: “Dovremmo riportare l’evento al suo significato più profondo, che non sono le preparazioni infrastrutturali, ma la preparazione del cuore, della mente, di un evento spirituale che scuote, per far diventare nostro il patrimonio del termine misericordia. Davanti a questo passano in secondo ordine tutte le questioni legate alle strategie, alle strade, alle infrastrutture. Sono importanti, ma non possono oscurare il vero significato del Giubileo”. E sull’appello di papa Francesco all’accoglienza dei profughi nelle parrocchie spiega: “Proprio ieri ho parlato con il Santo Padre. Mi ha esplicitato il suo pensiero. Le famiglie vanno ospitate non necessariamente in parrocchia, perché a volte non ci sono le sistemazioni neanche per i sacerdoti, ma nel quartiere. L’appello del Papa è un appello alla responsabilità. Se nel piccolo ognuno fa qualche cosa, la goccia diventa veramente un oceano”

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