“Non abbiamo mai parlato con il Pubblico ministero, ma quando avremo finalmente la perizia medico legale, dovranno darci molte risposte”. Continuano a chiedere giustizia i genitori di Marco Vannini, il ventenne di Cerveteri (Roma) morto nella notte tra il 17 e il 18 maggio, dopo 3 ore di agonia a causa di un colpo di pistola sparato nella casa della fidanzata, Martina Ciontoli, al termine di una cena di famiglia. Sarà l’esito della perizia, che i Vannini attendevano già per il 5 settembre dopo una proroga di 45 giorni, a chiarire meglio la dinamica dell’accaduto. Secondo Antonio Ciontoli, padre di Martina e unico dei cinque presenti ad essere indagato per omicidio volontario, sarebbe stato un incidente, ma sono molti i punti oscuri nella ricostruzione fornita dall’uomo agli investigatori. “In ospedale mio figlio indossava vestiti non suoi, mentre alcuni capi che Marco aveva addosso quella sera, sono stati ritrovati di recente in casa Ciontoli, piegati e appena lavati” afferma Marina Conte, madre di Marco. “Nei momenti successivi allo sparo – continua la madre – la famiglia Ciontoli avrebbe tentato di occultare le prove per depistare gli inquirenti, annullando due chiamate al 118 e lasciando trascorrere un lasso di tempo fatale per Marco” di Chiara Ingrosso, riprese e montaggio Mauro Episcopo

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