“Il giorno decisivo per la riforma costituzionale non sarà domani ma il prossimo anno, quando avremo il referendum e gli italiani diranno sì o no alla riforma”. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi si prepara così al dibattito al Senato sulle riforme istituzionali, che riprenderà domani, 8 settembre, a Palazzo Madama. “Da 70 anni  – aggiunge la Boschi in un’intervista a Uno Mattina – i professori stanno cercando di superare il bicameralismo paritario: questa volta ce la facciamo. Meno parlamentari, meno soldi ai consiglieri regionali, meno poteri al Senato, che non sarà più un doppione della Camera”. La discussione del ddl sulle riforme istituzionali sarà domani all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. “La riforma – prosegue – è sostanzialmente pronta perché l’accordo c’è sul 90% del testo. Noi, come abbiamo sempre dimostrato, siamo disponibili a soluzioni, purché non siano mediazioni al ribasso”.

A confermare le parole della Boschi interviene anche Matteo Renzi: “Entro il 15 ottobre si decide al Senato. E poi, dopo sei letture parlamentari, saranno gli italiani a decidere con un referendum sì o no. E poi dicono che non è un processo democratico, alla faccia…”. Ospite a Porta a Porta il premier afferma che l’Italia sta ripartendo e ribadisce la determinazione ad andare avanti: “Tutto facciamo tranne che tirarci i capelli su un emendamento. Una soluzione si trova ma l’importate è che qualcuno capisca che indietro non si torna, qualcuno invece vuole che si torni sempre daccapo. Io ascolto tutti ma non mollo”.

La riforma è motivo di scontro tra maggioranza e minoranza Pd, ma secondo la Boschi “gli iscritti al partito delle diatribe tra correnti non ne possono più. Ci sono questioni più importanti di un emendamento: l’Italia sta riacquistando credibilità, il senso di responsabilità prevarrà alla fine. Anche perché ieri – aggiunge il ministro parlando della festa dell’Unità – a Milano abbiamo visto con chiarezza da che parte sta il popolo Pd”.

Domani, per discutere sulla linea da tenere sulle riforme, si riunirà anche il gruppo di Forza Italia al Senato. Ma Silvio Berlusconi non ci sarà: partirà infatti la mattina successiva per una visita a Vladimir Putin e quindi questa settimana non rientrerà a Roma e non prenderà parte né alla riunione dei senatori né al convegno “L’Europa e l’Italia che vogliamo” organizzato a Fiuggi dal vicepresidente del parlamento europeo Antonio Tajani. L’ex premier, che non va in Russia da prima dell’estate, tornerà domenica.

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