Due morti ammazzati in una sola notte: un 17enne e un 30enne. Omicidi in pieno giorno, sparatorie con decine di colpi di pistola: è questa l’escalation della violenza a Napoli scossa da una possibile guerra tra bande.

Il minorenne è stato ucciso nel rione Sanità dove appena tre giorni fa era stato ammazzato un uomo di 67 anni, Pasquale Ceraso. Una situazione molto difficile tanto da far dire al presidente della Municipalità, Giuliana Di Sarno, che “il Rione Sanità sta diventando Baghdad. È ora che tutti ne prendano coscienza”.

Poco prima delle 5, Gennaro C., 17 anni, è stato colpito da un proiettile. Il ragazzo – già noto alle forze dell’ordine, come riferisce l’Ansa – è stato trovato a terra in fin di vita ed è stato portato con un’auto all’ospedale Vecchio Pellegrini dove è morto. Ammazzato con un solo colpo ma gli uomini della sezione Scientifica della Polizia hanno trovato sul luogo dell’agguato, davanti alla chiesa di San Vincenzo, 18 bossoli di due diversi calibri, oltre un’auto il cui vetro è andato in frantumi per i colpi esplosi. Non si esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella di un proiettile vagante in una sparatoria tra bande. Amici e familiari descrivono Gennaro come un ragazzo tranquillo, parlano del suo sogno di fare il pizzaiolo, pronto a fare volontariato in parrocchia.

Giovedì scorso, invece, l’omicidio di Ceraso, ritenuto esponente del clan Sequino-Esposito. In attesa di capire il movente dell’omicidio del 17enne, le ultime esecuzioni di camorra probabilmente rientrano nella guerra che nel centro storico è in corso tra bande contrapposte, tra esponenti delle vecchie cosche e nuovi clan, tra i quali anche la ‘paranza dei bambini’, così soprannominata perché composta da un gruppo di minori pronti a sparare per affermare la propria supremazia nel controllo degli affari illeciti, a cominciare dal predominio delle piazze di spaccio della droga. Una guerra che qualcuno ritiene possa addirittura essere stata già ‘esportata’ allo stadio San Paolo dove domenica scorsa, in occasione della gara interna del Napoli con la Sampdoria c’è stata una rissa con un accoltellato, davanti ai bambini che stavano guardando la partita, per motivi ancora non chiariti. Oggi, per iniziativa del parroco, don Antonio Loffredo, un’immediata reazione con una messa in piazza, davanti alla chiesa e padre Alex Zanotelli che ha chiesto a Dio di “guardare quanto siamo sporchi”.

Qualche ora prima della sparatoria della Sanità, nella zona orientale di Napoli, un uomo di 30 anni, Antonio Simonetti, era stato ucciso mentre usciva da un negozio di detersivi della sorella, in via Camillo De Meis, nel quartiere di Ponticelli. L’uomo, già conosciuto dalle forze dell’ordine, è stato accompagnato dai familiari all’ospedale Villa Betania, dove è arrivato cadavere. In due, a bordo di uno scooter, gli si sono avvicinati e hanno sparato cinque-sei colpi di pistola al torace ed alla testa. Anche nella zona orientale è in corso un conflitto tra bande della camorra, conflitto che ha già lasciato sul campo almeno tre morti.

Rione Sanità al centro, Ponticelli a est ma anche il Rione Traiano nella parte occidentale di Napoli, dove si spara a colpi di kalashnikov. Questa mattina altri diciassette bossoli del micidiale fucile d’assalto sono stati trovati dalla polizia in un raggio di trenta metri nei pressi della sede Asl, in via Canonico Scherillo. L’altra notte, invece, più di sessanta colpi d’arma da fuoco – di mitra e di pistola – erano stati esplosi nello stesso quartiere, tra via Tertulliano e via Romolo e Remo. Non molto lontano, a Soccavo, in via delle Bucoliche, uno sconosciuto ha scavalcato un muro di cinta e ha esploso decine di colpi di pistola contro un’abitazione nella quale vivono una donna e le due figlie. Mistero sulle cause, e se ci siano legami con quanto accaduto al Rione Traiano.

Articolo Precedente

Migranti, a Tradate manifestazione con manichini senza testa: “Basta invasione”

next
Articolo Successivo

Meningite, a Pisa ricoverato studente universitario. Profilassi per oltre 1000 persone

next