Applausi, giocattoli per i bambini e canti di benvenuto. Sono stati accolti così, da decine di cittadini tedeschi e stranieri che da anni vivono in Germania, i primi profughi siriani arrivati alla stazione di Monaco di Baviera, dopo che Berlino e Vienna hanno aperto i confini ai migranti provenienti dall’Ungheria. “E’ finita, è finita…”, piangevano di gioia alcune persone appena scese dai treni. Mentre, da dietro i cordoni di sicurezza, alcune signore tedesche hanno raccontato di aver ospitato fino a qualche giorno fa una famiglia di profughi dalla Siria: “Stanno vivendo un dramma epocale“. Per tutto il giorno il flusso dei treni a Monaco si è intensificato dopo che nella notte le migliaia di persone rimaste bloccate per giorni sono state fatte salire sui pullman noleggiati dal governo per portarle al confine con l’Austria, che insieme alla Germania ha detto che concederà loro l’ingresso nel Paese.

“Non c’è un limite legale al numero di richiedenti asilo che può ricevere la Germania”, ha detto la cancelliera Angela Merkel in un’intervista al consorzio di giornali Funke. Mentre per facilitare l’ingresso dei profughi in Austria e Germania, il governo ungherese ha predisposto 100 bus e ha offerto il trasporto per i migranti in marcia a piedi verso il confine. Altri sono stati presi alla stazione Keleti a Budapest. Ma Zoltan Kovacson, portavoce del governo, ha fatto sapere che “la misura è stata unica ed eccezionale, resa possibile da una concertazione fra il premier Viktor Orban e il cancelliere austriaco Werner Faymann“.

Berlino: “Attesi 10mila arrivi”
Il primo pullman è arrivato sul confine austriaco a Hegyeshalom dopo le 2 di notte. Gli autobus – come fa sapere la polizia austriaca – vengono fermati da parte ungherese e i profughi devono attraversare il confine a piedi, nonostante la disponibilità austriaca a farli arrivare direttamente ai treni o ai campi di accoglienza. Le autorità di Vienna hanno dichiarato di aspettarsi per oggi 10mila arrivi. Berlino parla di un numero di arrivi “tra i 5 e i 10mila“.

Monaco, applausi e Inno alla gioia all’arrivo dei profughi
“Benvenuti a Monaco, salite sull’altro treno sulla banchina dove riceverete aiuto“. E’ questo il messaggio che si sente dagli altoparlanti della stazione ferroviaria di Monaco, dove cittadini tedeschi e stranieri (turchi, siriani, dal Ghana e dalla Palestina da anni regolari in Germania) hanno accolto l’arrivo di treni carichi di migranti con applausi e cantando l’Inno alla gioia. In tanti hanno portato buste di abiti, viveri, giocattoli, peluche e zainetti pieni di penne, matite e quaderni. Il numero delle persone arrivate a Monaco non è ancora preciso. “Forse saranno cinquemila”, ha detto Wilfried Blume-Beyerle, capo del dipartimento dell’ordine e della sicurezza della città.

Merkel: “Siamo un Paese forte, abbiamo forza di fare quanto è necessario”
“In quanto Paese forte, economicamente sano abbiamo la forza di fare quanto è necessario”, ha sottolineato la cancelliera tedesca. In ogni caso Berlino non ha intenzione di rinunciare al pareggio di bilancio: “Non possiamo dire semplicemente: poiché abbiamo un compito difficile, adesso le questioni del pareggio di bilancio e dell’indebitamento non si pongono più”, ha affermato la cancelliera nel suo video-podcast settimanale. Merkel ha comunque ribadito la posizione del suo governo, sottolineando che i migranti che non hanno una concreta possibilità di ricevere il permesso per rimanere devono tornare nei loro Paesi. E in un colloquio telefonico, la cancelliera e il primo ministro ungherese Viktor Orban “hanno concordato sul fatto che il passaggio dei migranti oltre i confini ungheresi, dovuto alla situazione di emergenza, è stata un’eccezione”, lo rende noto in un comunicato il portavoce del Governo tedesco, Georg Streiter. Inoltre hanno “concordato” che “Ungheria e Germania rispetteranno i loro obblighi europei, inclusi gli obblighi contenuti negli accordi di Dublino“. Lo ha comunicato il portavoce del governo tedesco Streiter.

La Germania chiede vertice Ue straordinario
Intanto però la Germania chiede un nuovo vertice straordinario della Ue sull’immigrazione. “Sono convinto che abbiamo bisogno di un Consiglio Europeo, quello (ordinario, ndr) di metà ottobre arriverebbe troppo tardi”, dice il ministro Frank-Walter Steinmeier al termine del confronto nel consiglio Esteri informale definito “difficile” da Mogherini.

Il migrante a Nickelsdorf: “Mi sento a casa”
“Mi sento a casa… Questa è una grande terra: bella gente, bel governo”, le prime parole di Ayaz Morad, uno dei primi migranti arrivati in Austria dall’Ungheria. Ad attenderli hanno trovato cibo e bevande calde servite in bicchieri di plastica da una cucina all’aperto, mentre altre immagini mostravano i poliziotti mentre spiegavano loro cosa fare. Più tardi, tutti sono stati accompagnati nelle strutture di accoglienza, allestite con file di brandine verdi, dove è stato servito altro cibo. Un altro migrante, un siriano di nome Mohammad, ha detto di essere contento di aver lasciato il suo Paese, ma ha sconsigliato i suoi concittadini di passare per l’Ungheria perché lì – ha sottolineato – c’è una “brutta” situazione.

Premier finlandese: “Offro la mia casa ai migranti”
Il primo ministro finlandese Juha Sipila ha offerto la sua casa ai profughi dal 1° gennaio 2016. Intervistato stamani dalla tv Yle, Sipila ha detto che la sua famiglia possiede una casa nel centro del Paese, che loro non usano da quando si sono trasferiti ad Helsinki. Il premier non ha specificato quante persone può ospitare la casa.

Slovacchia apre alle quote: “Ma non siano decise da Ue”
Intanto sul fronte politico una prima apertura in direzione dell’accoglienza arriva dalla Slovacchia, uno dei 4 paesi del gruppo di Visegrad con Repubblica Ceca, Polonia e Ungheria, finora contrario alle quote obbligatorie per i Paesi dell’Unione in tema di ricollocamenti: “In realtà – ha detto il ministro degli esteri Miroslav Lajcak – noi siamo anche a favore delle quote, ma non devono essere arbitrarie decisioni di qualche euroburocrate”.

Budapest, ultrà aggrediscono rifugiati. Kos, bastonate ai migranti
Tre migranti sono stati aggrediti venerdì sera a Budapest da una trentina di tifosi ungheresi dopo la partita di calcio Ungheria-Romania, e due di loro sono ricoverati in ospedale. Lo riporta il portale di informazione Index. L’aggressione è avvenuta in una piazza vicino alla stazione Keleti, dove i migranti dormivano accampati. In Grecia: un gruppo di circa 25 persone ha attaccato giovedì sera alcuni migranti sull’isola di Kos prendendoli a bastonate, al grido di “tornate nel vostro Paese”: lo riferisce Amnesty International, sottolineando che la polizia greca non è intervenuta con la necessaria rapidità. La polizia, secondo l’organizzazione per i diritti umani, è intervenuta – con gas lacrimogeni – solo dopo che l’attacco era iniziato.

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