Scene tragiche di disperazione alla stazione di Bicske, in Ungheria, dove un treno carico di migranti, partito stamattina da Budapest e diretto a Sopron, vicino alla frontiera austriaca, è stato fermato. I rifugiati, tutti siriani, sono stati fatti scendere dal convoglio, per poi essere portati in autobus in un vicino campo di accoglienza. Secondo una stima dell’agenzia di stampa France Presse, sul convoglio c’erano 200-300 migranti. Tanti dei richiedenti asilo, dinanzi all’ordine della polizia ungherese, hanno avuto reazioni drammatiche: chi ha protestato calandosi dai finestrini per fuggire, chi ha opposto duramente resistenza contro le forze dell’ordine. Un rifugiato siriano, invece, tra le urla di altri migranti che invocavano la Germania, ha spinto improvvisamente la propria moglie con il piccolo figlio sui binari, scaraventandoli violentemente a terra. Poi ha perso il controllo, dandosi pugni sulla testa e avvinghiando con forza il bimbo e la compagna. Con difficoltà la polizia ha liberato la donna e il piccolo e ha ammanettato l’uomo, che ha continuato disperatamente a protestare

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