Torna a salire la tensione a Kiev, nel giorno in cui il Parlamento ucraino è chiamato a decidere sul decentramento del Donbass. Violenti scontri tra manifestanti nazionalisti e guardia nazionale hanno portato al ferimento di almeno 90 agenti (alcuni dei quali in maniera grave) e all’uccisione del ventiquattrenne Igor Debrin, un soldato della Guardia nazionale ucraina, colpito da una scheggia. Lo ha fatto sapere un portavoce del ministero dell’Interno, secondo cui, diversamente da quanto emerso in un primo momento, l’agente “è morto non per un colpo d’arma da fuoco ma per una scheggia che l’ha ferito mortalmente al cuore”.

La guerriglia si è concentrata davanti al Parlamento. Come riferito dall’agenzia Interfax, oltre 10 poliziotti sono rimasti feriti in seguito all’esplosione di una granata, i nazionalisti sono scesi in piazza armati di mazze di legno e lacrimogeni, sventolando bandiere del partito di estrema destra ‘Svoboda’, hanno lanciato bottiglie contro i poliziotti.Il ministero dell’Interno ha riferito del fermo di una trentina di manifestanti oltre all’arresto del presunto responsabile del lancio della bomba. I media locali hanno reso noto che ci sono anche dei giornalisti delle emittenti ucraine ‘Canale 5’ e ‘Tsn’ tra le persone ferite dalla bomba.

Intanto, all’interno del Parlamento si assisteva all’occupazione delle tribune da parte di alcuni deputati nazionalisti del partito radicale di Oleg Liashko, nel tentativo di interrompere la votazione per l’attuazione del decentramento di alcuni territori del Bacino del Donec. La Rada, il parlamento ucraino, è riuscita successivamente a far approvare in prima lettura gli emendamenti presidenziali alla costituzione, con 265 deputati favorevoli (il quorum era di 226) e 87 contrari. L’agenzia Unian ha riferito che alcuni paramilitari del gruppo di estrema destra Pravi Sektor hanno bloccato con delle auto via Grushevski, che conduce al Parlamento.

Denis Pushilin, negoziatore dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, ha spiegato che il Donbass “boccia” gli emendamenti costituzionali approvati oggi in prima lettura dal parlamento ucraino: “Non riconosciamo quanto sta accadendo ora alla Rada perché sappiamo per certo che gli emendamenti proposti da Poroshenko sono solo un’imitazione degli accordi di Minsk-2”.

DISCORSO ALLA NAZIONE

A seguito degli scontri, il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko, ha tenuto un discorso alla nazione. Gli scontri sono scoppiati durante le proteste dei nazionalisti esplose subito dopo l’approvazione in prima lettura da parte del Parlamento della bozza di legge sulla decentralizzazione, che prevede anche l’istituzione di uno status speciale per alcune parti delle regioni di Donetsk e Luhansk, elemento centrale questo degli accordi di pace di Minsk raggiunti a febbraio. Chi si oppone a questa proposta sostiene che lascerà parti del territorio ucraino in mano alla Russia e porterà l’Ucraina a perdere il controllo del Donbass, nome questo con cui si indica l’est industrializzato, che adesso è in parte controllato dai sepratisti.

“Tutti gli organizzatori degli scontri vicino alla Rada saranno puniti severamente”: è la promessa del presidente ucraino Petro Poroshenko che ha condannato gli scontri: “E’ stato un atto anti-ucraino per cui tutti gli organizzatori, senza eccezione, tutti i rappresentanti delle forze politiche, devono essere severamente puniti”. Intanto il premier Arseni Iatseniuk ha già chiesto l’ergastolo per il responsabile del lancio della granata che ha ucciso un membro della Guardia nazionale.

LE REAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA

Il processo di decentramento costituzionale dell’Ucraina “non deve essere messo in pericolo dalla violenza. Gli eventi di oggi sono molto preoccupanti”. Lo afferma l’alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Federica Mogherini, sugli scontri di oggi di fronte al Parlamento ucraino a Kiev. “Offriamo le nostre condoglianze alla famiglia del funzionario di polizia morto e la nostra più profonda solidarietà ai feriti nell’esplosione durante la manifestazione di fronte al Parlamento”, continua. Per Mogherini “il voto di oggi del Parlamento ucraino sulle modifiche costituzionali è un passo importante che apre la strada verso un decentramento sostanziale dei poteri dal livello centrale alle regioni e comunità, che aumenta allo stesso tempo la responsabilità delle autonomie territoriali. Gli emendamenti inoltre faciliteranno l’applicazione degli accordi di Minsk“.  L’Ue, conclude l’alto rappresentante, “auspica l’adozione di tali modifiche nel voto finale entro la fine dell’anno e che continui il lavoro sulle modifiche costituzionali sui temi giudiziari”.

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