Ventisei migranti nascosti su un camion in Austria, l’ennesimo, con tre bambini salvati in tempo perché già in fase critica di disidratazione. Un 15enne trovato morto su uno yacht che trasportava 59 stranieri al largo della Grecia: non è ancora chiaro se ha perso la vita per asfissia (era sottocoperta) oppure perché colpito in una sparatoria tra i trafficanti e la guardia costiera greca che stava tentando di fermare l’imbarcazione. E mentre prosegue la marcia delle migliaia di profughi che hanno risalito i Balcani dalla Macedonia e ora si trovano poco oltre il confine con l’Ungheria diretti in Nord Europa, gli ennesimi sbarchi nel Sud Italia. Questa volta a Messina e a Taranto: i migranti sono in tutto circa quasi 1100 e tra loro ci sono anche due morti. La cronaca della questione immigrazione parla di nuovo di flussi che stanno toccando il cuore dell’Europa e non solo l’area mediterranea. A livello politico, intanto, si smuove qualcosa all’Onu (dopo vari e ripetuti appelli): il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki moon ha promosso un incontro straordinario tra capi di Stato e di governo il 30 settembre al Palazzo di Vetro.

“Bimbi su tir in Austria salvati in extremis”
All’indomani del ritrovamento di un camion abbandonato sulle strade alla frontiere con l’Ungheria: a bordo 71 persone morte asfissiate. Questa volta, invece, i 26 trovati a bordo del tir fermato a Sankt Peter am Hart, vicino al confine con la Germania, sono tutti in vita: tre dei bambini però sono in gravi condizioni di disidratazione. I 26 migranti provengono da Siria, Afghanistan e Bangladesh e sono stati trasferiti in ospedale nella vicina città di Braunau. I piccoli, dopo il ricovero, “si stanno riprendendo“. “Non avrebbero resistito molto altro tempo: sono stati salvati in extremis”, afferma la polizia austriaca. L’autista, un 29enne romeno, quando ha visto il mezzo della polizia ha accelerato per fuggire ma poi è stato arrestato.

Strage del tir, 4 camionisti in carcere per un mese
Intanto in Ungheria proseguono le indagini sul ritrovamento su un camion lungo la A4 nel Burgenland di 71 cadaveri, tra i quali quelli di 8 donne e 4 bambini. I quattro fermati, tre bulgari e un afghano, hanno detto agli inquirenti di non aver commesso alcun crimine. Il tribunale ha deciso una detenzione cautelare di 30 giorni, loro hanno presentato appello. Sono accusati di traffico di esseri umani: il processo si svolge a Kecskemet, la città da dove sarebbe partito il tir prima di caricare i profughi nei pressi del confine serbo. La procura austriaca indaga invece per omicidio plurimo in relazione al ritrovamento dei cadaveri.

Rilasciato il camionista italiano
In Inghilterra, infine, tira un sospiro di sollievo l’autista italiano di 50 anni alla guida di un mezzo pesante a bordo del quale erano stati trovati 27 migranti: è stato rilasciato perché a scagionarlo sono state anche le dichiarazioni di alcuni degli stranieri che hanno detto di essere saliti a bordo del camion di nascosto. Un caso non raro: è già successo in passato che sconosciuti salissero sui tir in sosta a Calais per passare lo stretto della Manica e arrivare tramite il tunnel in Inghilterra.

Grecia, migranti nascosti su yacht: 15enne morto
Fin qui il dramma dei “carichi” di migranti a bordo dei camion. Poi prosegue il traffico via mare. E l’ultima tragedia della giornata riguarda la morte di un 15enne, trovato a bordo di uno yacht al largo dell’isola greca di Simi. Le informazioni arrivano dal giornale Kathimerini e dall’agenzia di stampa Ana-Mpa, ma le versioni sulla ricostruzione sono diverse. Il ragazzino, infatti, secondo alcune fonti, è stato colpito durante uno scontro a fuoco tra i presunti trafficanti e la guardia costiera che li inseguiva, mentre c’è chi sostiene che il giovane sia morto probabilmente per asfissia nella stiva dello yacht, come già avvenuto a decine di altri migranti nelle scorse settimane sulla rotta dalla Libia alla Sicilia (oltre 100 solo da Ferragosto). I trafficanti, in questa sorta di battaglia in mare, hanno anche speronato la pattuglia della guardia costiera, ferendo un funzionario. Anche uno degli scafisti è rimasto ferito ad una gamba. A bordo dello yacht ci sarebbero oltre 50 migranti.

Libia, rivolta contro gli scafisti: “Basta sanguisughe”
L’altra sciagura del mare è in Libia, dove il doppio naufragio di giovedì notte è costato la vita a “300 migranti”, compresi tanti bambini, secondo il Guardian. Sui barconi naufragati c’erano in tutto circa 500 persone, la conferma è arrivata anche dall’Onu: 198 sono state messe in salvo. I cadaveri recuperati sono 110. Fino a 200 i dispersi. Le milizie di Zuwara, la più vicina città rivierasca, hanno arrestato tre scafisti. Li hanno costretti a mettersi in posa e a farsi immortalare con in mano le foto dei bimbi trovati morti sul bagnasciuga il giorno della strage. La scia di sangue ha scatenato la rivolta: a Zuwara, il porto libico a ovest di Tripoli da cui sono partiti nell’ultimo anno decine di migliaia di profughi, i residenti sono scesi a centinaia in strada, innalzando cartelli con la scritta “Zuwara non deve essere nelle mani dei sanguisughe”. I tre arrestati, tutti libici, sono nelle mani del Consiglio cittadino che sembra seriamente intenzionato a porre fine al traffico di essere umani che pure alimenta un giro d’affari importante di cui beneficiano in molti. Si teme ora la reazione dei trafficanti.

A Messina 700 arrivi: 2 morti – Durante la giornata, infine, sono sbarcati circa 1100 migranti tra Messina e Taranto: 683 in Sicilia, si trovavano sulla nave Diciotti della Capitaneria di porto e sono state soccorse mentre erano in viaggio nel Canale di Sicilia su due barconi. A bordo ci sono anche i cadaveri di due donne, che potrebbero essere morte soffocate nella stiva del barcone su cui viaggiavano. Circa 200 persone sopravvissute verranno, invece, trasferite nei centri di accoglienza della città, altri in diverse strutture nel resto d’Italia. Nave Phoenex ha invece attraccato fa al molo San Cataldo del porto di Taranto per sbarcare 415 profughi. Provengono dal Marocco, Sudan, Siria, Nigeria, Paldstan, Ghana, Iraq, Eritrea, Mali, Palestina, Etiopia, Togo e Tunisia. Gran parte di loro troverà alloggio in strutture delle Regioni Toscana e Campania, mentre gli altri saranno accolti nelle province pugliesi.

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