L’atletica leggera ha una versione femminile di Usain Bolt, ma non è caraibica. Viene da Utrecht, nella fredda Olanda. Una città che allo sport ha già regalato un gioiello fragile come Marco Van Basten. Si chiama Dafne Schippers e ha vinto i 200 metri ai mondiali di atletica leggera a Pechino. Probabilmente la miglior velocista in assoluto in questo momento, visto che il secondo posto conquistato nei 100 metri ha tutto il sapore d’essere l’antipasto di uno storico sorpasso, il prossimo anno, ai Giochi di Rio. Perché la campionessa giamaicana Shelly-Ann Fraser-Pryce l’ha staccata di appena 5 centesimi e i limiti dell’olandese sembrano essere al momento sconosciuti. Lo dimostra l’incredibile crono valso l’oro nei 200 metri: ha corso in 21.63, quarto tempo di tutti i tempi sulla distanza. Meglio di lei erano riuscite a fare solo la detentrice del record mondiale Florence Griffith-Joyner, più veloce in due occasioni, e l’americana Marion Jones che impiegò appena un centesimo in meno per coprire il mezzo giro di pista.

Se non è un miracolo, poco ci manca. E la Schippers ha già buttato giù record su record. Il suo tempo nel Nido di Uccello è record nazionale, europeo e dei campionati del mondo. Il suo è anche il primo oro conquistato dai Paesi Bassi in un mondiale di atletica leggera, arrivato dopo a una gara tirata e di grande qualità nella quale la giovane olandese ha chiuso una rimonta straordinaria sul rettilineo finale. All’uscita dalla curva era quarta dietro la britannica Asher-Smith e accanto alla statunitense McGrone. Davanti, molto ma evidentemente non troppo per lei, le giamaicane Elaine Thompson e Veronica Campbell-Brown, poi seconda e terza con 21.66 e 21.97. Una recupero sensazionale, completato all’ultimo appoggio, che la colloca nell’olimpo dell’atletica in una distanza solitamente dominata dalle atlete di colore.

L’ultima europea a riuscire nell’impresa era stata la russa Anastasija Kapačinskaja, sulla pista di Parigi Saint-Denis nel 2003. Prima era toccato a Zanna Pintusevyc-Blok ad Atene ’97. Negli anni precedenti solo tre atlete tedesche erano riuscite a conquistare l’oro. L’ultima era stata Katrin Krabbe-Zimmermann a Tokyo ’91, pochi mesi prima d’essere fermata per doping. Per lei una certezza, mentre è sempre rimasto un sospetto quello legato a Marita Koch, campionessa a Helsinki nel 1993 e il cui nome figurava nella lista degli atleti dell’ex Ddr ‘dopati di Stato’ ritrovata nell’accademia medico-militare di Bad Saarow. Nel mezzo, a Roma, l’affermazione di Silke Gladisch-Möller, anche lei poi accostata all’affaire doping della Germania Est.

Nulla di più lontano, se non geograficamente, dalla storia di Dafne Schippers che velocista ‘pura’ lo è diventata quasi per caso. Fino alle Olimpiadi di Londra 2012, infatti, la sua partecipazione in pista era legata all’eptathlon e alla staffetta 4×100. Un talento vero, come dimostra il bronzo nel salto in lungo ai campionati europei under 23 nel 2013 quando prese parte anche ai 100 metri, vincendoli. Fu quello l’anno della svolta. Dal 2014 ha mollato l’eptathlon e il salto in lungo per dedicarsi alla velocità. Primi risultati? Campionessa europea a Zurigo nei 100 e 200 metri piani, con record olandese. Ora Pechino: le caraibiche alle spalle nei 200 e la sola tri-campionessa Shelly-Ann Fraser-Pryce davanti nella gara regina della pista. Rio freme, il cigno femminile di Utrecht è pronta a un altro storico sorpasso.

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