Cancellare Tasi e Imu a tutti. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi lo aveva detto al Meeting di Rimini e lo ripete dal teatro Rossini di Pesaro da dove parte il suo tour che toccherà 100 teatri d’Italia per “raccontare meglio” il lavoro del governo. “In Italia la tassazione è esagerata”, dice Renzi, e bisogna abbassare le imposte ma per fare questo “non basta un anno”. E il taglio alla pressione fiscale restituisce anche “equità sociale” e non lo si fa “per guadagnare consensi”. “C’è l’idea – aggiunge – che il governo abbassa le tasse solo per il consenso e c’è un pregiudizio: chi fa il premier è solo per garantirsi un proprio futuro. Noi siamo abituati ai politici che stanno per generazioni ed invece noi dopo due mandati lasceremo. L’Italia ha bisogno di ridurre il carico fiscale, mantenere certo il livello di sociale ma ridurre”.

All’uscita dal teatro Renzi è stato contestato da circa 200 persone tra attivisti della Lega Nord, del Movimento Cinque Stelle, movimenti anti-trivellazioni, rappresentanti del mondo della scuola. Urla, cori e improperi sono stati lanciati contro l’auto del premier all’uscita laterale del teatro, controllato dalle forze dell’ordine, che non si aspettavano un numero così ingente di contestatori. Uno dei contestatori ha anche cercato di fermare l’auto del capo del governo ma è stato prontamente placcato dagli agenti di polizia.

Quanto alla ripresa economica, per Renzi “i numeri stanno cambiando”. “Ad agosto – spiega – ho visto grandi polemiche sul pil che cresce poco. Per mesi siamo stati in una situazione di difficoltà del Pil e ora che torna a crescere i giornali dicono: ‘cresce poco’. È chiaro che l’0,5 non basta ma, guardando, i numeri stanno cambiando”.

Poi una serie di risposte su questioni che sono entrate durante l’estate al centro della polemica. L’Expo, per esempio. Renzi ha mostrato al pubblico in teatro un filmato in cui Beppe Grillo – “un autorevole statista” lo ha definito il presidente del Consiglio – parlava dei ritardi dei lavori: “Sono arrivati li tutti educati – diceva il leader del Movimento Cinque Stelle – e mi hanno detto: ‘Guardi!’. Ma se non c’è un cazzo, è solo un campo non c’è niente”. “Solo 11 milioni di visitatori“, ha poi chiosato Renzi.

Lo scontro è aperto con la Lega Nord non solo sui migranti, ma anche sulle riforme istituzionali. “Ci portano mezzo milione di emendamenti? Una risata li seppellirà” afferma Renzi guardando ai 600mila emendamenti annunciati da Roberto Calderoli al ddl Boschi. “Te c’hai la tigna? Ma noi ce l’abbiamo più di te. Non ci facciamo bloccare dallo spauracchio degli emendamenti. Non ci faremo fermare da qualche cultore del blocco”. “Se vuoi cambiare le cose non cerchi di bloccarle”, ha aggiunto il premier. “Ti immagini – ha proseguito – se noi ci facciamo bloccare da qualcuno che pensa di farci paura con lo spauracchio degli emendamenti? Noi resisteremo un minuto di più di quelli che resisteranno con gli emendamenti”.

E le ultime battute sono riservate alla scelta dei 20 direttori stranieri nei musei italiani. “Vogliamo continuare a litigare o occuparci del bene dell’Italia, a me interessa sbloccare l’Italia. Ho visto una polemica per 20 direttori stranieri dei musei italiani quando all’estero ci sono tanti direttori di musei italiani. Che problema c’è? Che problema è se li scegliamo con un bando sull’Economist? Possiamo o non possiamo rendere i nostri musei migliori, presentati meglio?”.

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