Continua la bonifica dell’area colpita il 12 agosto dall’esplosione di materiali chimici a Tianjin, città nel nord est della Cina. E continua a salire il bilancio delle vittime: l’ultima stima delle autorità locali è di 123 morti e 50 dispersi, cui si aggiungono 624 persone ancora ricoverate in ospedale, di cui 44 gravi. La tragedia ha colpito duramente anche l’economia della città: Tianjin è il principale porto per l’importazione di veicoli stranieri in Cina, che a sua volta è il primo mercato automobilistico mondiale. Passano dalle acque di Tianjin circa 10.000 macchine alla settimana, il 40% delle auto importate nel Paese (nel 2014, 1,4 milioni).

Secondo l’agenzia Xinhuanet.com, ancora sabato sarebbe divampato un incendio in quello che viene chiamato “la tomba delle auto”, ossia l’area logistica in cui erano ferme almeno 3.000 macchine in attesa di essere distribuite sul territorio nazionale, un’operazione che può richiedere anche tre mesi di stallo nell’area portuale. Secondo le ultime stime, sarebbero state danneggiate complessivamente 2.700 vetture del gruppo Volkswagen, 1.500 Renault, 4.700 Toyota, 4.000 Hyundai e “molte” delle 5.800 Jaguar e Land Rover presenti nel porto; Daimler e BMW non hanno ancora comunicato la conta dei danni. Le auto sono assicurate: Credit Suisse aveva stimato, quando ancora le vetture bruciate sembravano “solo” 8.000 unità, un danno di 625.000 dollari.

La Toyota paga anche un danno produttivo, perché dal giorno dell’esplosione è fermo il suo maggiore polo cinese, quello di Tianjin appunto, dove il colosso giapponese produce in joint-venture con la locale Faw, in tre impianti, un totale di 440.000 veicoli l’anno. Secondo gli analisti di IHS Global Insight, la mancata produzione ammonta a 2.200 vetture al giorno. Lo stop è stato confermato almeno fino a mercoledì 26, e comunque fino a quando l’area non sarà sicura.

Nel frattempo i costruttori stanno dirigendo le navi verso altri porti: BMW, Volkswagen e Subaru hanno già annunciato di avere fatto rotta su Shanghai. Secondo la Reuters, il terminal auto del porto di Shanghai ha ricevuto richieste per un aumento del traffico del 10% dal giorno dell’esplosione. Shanghai può facilmente assorbire l’import di Tianjin, avendo una capacità annua di 2,3 milioni di auto. Secondo l’ufficiale del Shanghai Haitong International Automotive Terminal intervistato dall’agenzia, però, il dirottamento del traffico è solo temporaneo: una volta bonificata l’area, Tianjin tornerà a essere il portone d’accesso principale al mercato cinese dell’auto.

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