La seconda vita di Second Life. Si chiama Project Sansar e sarà molto probabilmente pronto nel 2016. Linden Lab, la software house californiana che nel 2003 ha lanciato il celebre mondo virtuale con tanto di utenti/residenti dall’avatar tridimensionale, ha già fatto trapelare alcune linee guida del progetto che ha come novità l’accessibilità da parte dei dispositivi mobili, come smartphone e tablet, e a cui ci si potrà collegare attraverso gli Oculus Rift VR e altre auricolari di realtà virtuale.

Il primo cambiamento sostanziale pare essere legato al sistema economico che vige nel mondo virtuale di Second Life. Ebbe Altberg, CEO di Linden Lab, ha spiegato di aver imparato molto da alcuni limiti fondamentali della loro prima creazione. Second Life è diventato famoso proprio perché ha consentito agli utenti virtuali di acquistare terreni, produrre e vendere beni e servizi, ma alcune regole economiche basilari ne hanno bloccato la crescita. “La terra in Second Life è piuttosto costosa”, ha detto Altberg. E anche il commercio, d’altra parte, è a malapena regolato. La Linden Lab quindi vuole abbassare le tasse immobiliari per rendere più facile ai nuovi avatar di “piantare la tenda nel loro mondo virtuale”.

Altro limite da superare con il progetto Sansar sembra essere quello della quantità di persone ospitate allo stesso tempo in uno stesso spazio. Ogni spazio virtuale di Second Life, forse per rendere all’epoca della sua nascita più esclusivo l’oggetto del contendere, poteva ospitare contemporaneamente soltanto poche decine di utenti per un convegno, un concerto, un vernissage di pittura, pena il rallentamento del sistema di gestione della piattaforma. Dall’azienda della Silicon Valley si sono chiesti perché i grandi marchi dovrebbero investire in una realtà virtuale immobiliare visitata solo da 80, 90, 100 persone al massimo ogni volta? Con Sansar Linden Lab sfonderà il muro delle presenze e cercherà di consentire un numero illimitato di accessi alle singole esperienze nel mondo altro creato ad hoc.

Ci sono anche un paio di aspetti più tecnici e concettuali che renderanno più appetibile e competitivo Project Sansar. Sarà intanto di 90 fotogrammi al secondo il ritmo della ricezione delle immagini dal mondo virtuale con i nuovi dispositivi e le auricolari Oculus. Inoltre la grande differenza tra Second Life e Project Sansar sarà quella di far sostanzialmente vendere il proprio software per le esperienze virtuali altrui. Altberg ha infatti paragonato il ruolo di Sansar a WordPress, la popolare piattaforma popolare web publishing, che oggi alimenta un quarto dei siti web di tutto il mondo. L’obiettivo di Linden Lab è di trasformare Sansar in un WordPress per la realtà virtuale, permettendo ad appassionati e a grandi marchi simili a loro di costruirsi esperienze virtuali. Inizialmente Linden Lab vuole far funzionare il suo nuovo prodotto con l’applicazione 3D Maya, e successivamente aggiungere il supporto per Blender e Sketchup.

Second Life è rimasta per un bel po’ di tempo una delle tendenze più calde su Internet, ma la crisi di utenti giornalieri e di investimenti economici attorno a questa prima esperienza di realtà virtuale segna inevitabilmente il passo da diversi anni. Nel 2006 si registravano perfino avatar che con il beneplacito di Linden Lab, e approfittando della compravendita in moneta virtuale su Second Life, hanno prestato il fianco a transazioni in dollari veri dentro al mondo virtuale realizzando profitti a sei zeri come nel caso dell’azienda dell’avatar Anshe Chung che aprì un ufficio con ben dieci dipendenti per gestire il folto traffico creato. Exploit che oggi non esistono più anche perché Second Life negli ultimi anni pare riesca a raccogliere contemporaneamente non più di poche decine di migliaia di utenti. Che sul web, virtualità o meno, sono davvero cifre irrisorie.

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