Le città più sicure del mondo sono in Oriente. O almeno questo è quanto risulta all’Economist, che ha stilato la sua classifica: nelle prime tre posizioni si trovano Tokyo, Singapore e Osaka. E l’Italia? Milano e Roma si piazzano lontane dalla top ten ma a metà classifica e sono le uniche due città citate dalla rivista britannica. Il capoluogo lombardo si piazza 26esimo, subito seguito dalla capitale al 27/o posto, dietro però le principali metropoli europee.

L’indice è stato realizzato in base ad una serie di parametri che misurano i vari tipi di sicurezza nelle città. A sorpresa Roma è al 18° posto nella sicurezza delle infrastrutture, meglio di Los Angeles e Francoforte, seguita da Milano al 23°. Note più dolenti per la “sicurezza personale“, con Roma al 40° posto, dietro Buenos Aires e Rio de Janeiro, mentre Milano è 27°, meglio di New York. Come si legge sul rapporto, la capitale italiana paga soprattutto la diffusa microcriminalità. Roma è migliore di Milano invece in fatto di sicurezza “sanitaria”, 25° posto contro 27°, e costo della vita, ma la città lombarda la supera per stipendi più alti e nella sicurezza digitale (26° posto contro 35°).

Vivibilità: Melbourne al primo posto – La città australiana è al vertice della classifica per il quinto anno consecutivo, seguita a ruota da Vienna. Tre altre città australiane si piazzano fra le prime 10, nell’indice che valuta 140 città del mondo con punteggi fino a 100, nelle aree di sanità, istruzione, stabilità, cultura, ambiente e infrastrutture. Adelaide è al quinto posto alla pari con Calgary in Canada, Sydney al settimo e Perth all’ottavo.

Melbourne registra una media di 97,5 su 100, con punteggi massimi per sanità, istruzione e infrastrutture e ottimi voti per stabilità, cultura e ambiente. A Vienna va un punteggio di 97,4 e Vancouver in Canada la segue con 97,3. Fra le prime dieci anche le canadesi Toronto (quarta con 97,2) oltre a Calgary (96,6), la capitale finlandese Helsinki e Auckland in Nuova Zelanda.

Altrove nella classifica la situazione di vivibilità è più deprimente, scrive il redattore dell’Economist Intelligence Unit, Jon Copestake. “Oltre conflitti in Ucraina, Libia e Siria, gli ultimi 12 mesi hanno visto proteste in Usa, sanzioni contro la Russia e attentati in Francia e Tunisia“. In fondo alla classifica rimane Damasco, calata da 30,5 a 27 punti, preceduta da Dacca in Bangladesh (37,9), Port Moresby in Papua Nuova Guinea (38,9) e Lagos in Nigeria (39,7).

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