“Una telefonata allunga la vita”, assicurava lo storico e riuscito spot della Sip interpretato nel 1993 da Massimo Lopez davanti ad un plotone di esecuzione. Adesso che cellulari e smartphone vengono impiegati praticamente da tutti, in ogni momento e per fare qualsiasi cosa, l’Automobil Club tedesco (ADAC) e quello austriaco (ÖAMTC) si sono presi la briga di verificare quanto rischia di accorciarla. Le due organizzazioni si sono affidate a degli specialisti per uno studio specifico che ha riguardato le possibili distrazioni al volante.

A cominciare da gesti banali e perfino utili, come quello di estrarre gli occhiali dalla custodia. Secondo la ricerca servono mediamente 3 secondi, che nel traffico urbano ad una velocità di 40 km/h significano 33 metri di “cecità” al volante. Lo sguardo del guidatore è rivolto altrove e per reagire alla presenza improvvisa di un passante quei tre secondi possono essere troppi.

Per non parlare dei 4 che sono generalmente necessari per cambiare impostazione del navigatore, con il quale quasi tutti armeggiano in viaggio anche se non si dovrebbe. Se l’operazione viene eseguita a 80 km/h lungo un’arteria extraurbana si tratta di 90 metri durante i quali il controllo del veicolo non è quello consueto. Certo, i nuovi sistemi di assistenza alla guida (che non tutte le auto hanno, perché molte sono datate e perché costano) possono intervenire, ad esempio in caso di superamento involontario della carreggiata evitando lo schianto contro un platano.

Al telefono le cose peggiorano, perché la connettività non è ancora per tutti. Per rispondere al cellulare servono in media 7 secondi. Se si viaggia in autostrada a 130 km/h sono 253 metri di disattenzione. Per la maggior parte degli automobilisti si tratta di azioni tanto “normali”, da spingerli a sottovalutarne le possibili conseguenze. Che vengono poi contabilizzate dalle statistiche sotto forma di sinistri. Per dire: gli italiani controllano il telefonino in media ogni sei minuti, figurarsi se smettono di farlo quando sono al volante. La distrazione è la prima causa di incidenti nel Belpaese e sfiora il 17% secondo i dati Aci/Istat. Un automobilista su 8 è stato già pizzicato al cellulare mentre guidava e tra i più giovani è diffusa (25%) la moda di chattare, navigare e perfino scattare selfie al volante.

In Italia come in Germania gli esperti mettono in guardia dai rischi di queste leggerezze. Lo psicologo interpellato dall’ADAC ha addirittura un cognome italiano: “Sbaglia chi crede che solo perché finora non gli è accaduto niente rischia poco”, taglia corto Ulrich Chiellino. Un atteggiamento superficiale che non tiene conto dei pericoli della strada e della velocità. Una telefonata, insomma, non allunga più la vita.

infografica ADAC-2

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