“Inviate libri a Lampedusa per realizzare una biblioteca”. Sono passati due anni da quando il sindaco dell’isola Giusi Nicolini lanciò questo appello in tutta Italia. La risposta non si fece attendere: molti di quei testi arrivati da tutta la Penisola non sono però mai finiti in uno scaffale ma sono accatastati in due stanze di un edificio comunale che s’affaccia su via Roma, il corso principale. Decine di pacchi inviati sono rimasti chiusi: nessuno ha visto che libri contengono, sono in attesa di essere catalogati.

Eppure il primo cittadino nel 2013 aveva lanciato l’idea in pompa magna usando ogni mezzo, Facebook compreso: “Lampedusa non ha ne una biblioteca ne un negozio dove poter acquistare libri. Voi ci vivreste mai in una città dove non è possibile comprare dei libri? Io non credo. Quindi se in giro per casa avete libri (di qualsiasi genere!) che non leggete/avete già letto e di cui volete sbarazzarvi, aderite all’iniziativa: è semplicissimo”.

Un appello raccolto da ogni parte d’Italia: a Milano si era organizzato un punto di raccolta; a Ottana per tutto il mese d’agosto del 2013 si raccolsero libri per bambini e ragazzi a favore di Lampedusa così a Romano Canavese. Un’iniziativa che ha coinvolto anche tanti singoli cittadini che hanno raccolto in un pacco i loro libri e li hanno inviati al sindaco Nicolini.
Di questi, tanti scatoloni non sono mai stati aperti, restano accatastati in maniera disordinata uno sopra l’altro.

Una spiegazione arriva dall’assessore alla Cultura Antonella Brischetto: “Guardi, tra i libri che sono arrivati c’è di tutto: enciclopedie, vocabolari, testi scolastici. Molti sono stati selezionati e sono andati nella biblioteca ma la struttura non è ancora completa, ci sono dei lavori di ristrutturazione che devono essere avviati. Gli altri non vengono ne buttati ne usati in maniera scorretta; dire che sono accatastati è una bufala. Non capisco da dove sono uscite queste fotografie. Queste sono solo ventate provocatorie nei confronti dell’amministrazione che cerca di fare di fronte a chi cerca di distruggere”. Il Comune ha persino donato molti di quei libri che non potevano andare tra gli scaffali: li ha dati alle famiglie che non hanno nemmeno un vocabolario; li ha portati in spiaggia per promuovere la lettura.

Resta il fatto che in quelle due stanze sono ancora tanti gli scatoloni chiusi: “Non mi sono occupata io della catalogazione: non sono buttati nel dimenticatoio; aspettiamo che si completino i lavori di ristrutturazione perché l’immobile è piccolo; se non è arredato per bene dove li mettiamo? Una parte sono stati catalogati ma servono volontari per completare il lavoro. Quello è solo un deposito dove sono stati messi anche i libri che non sono utilizzabili”. L’idea dell’amministrazione è quella di completare al più presto la biblioteca per bambini e ragazzi, dove troveranno posto molti di questi testi ma l’assessore non ha alcuna certezza sui tempi. Gli altri libri ricevuti “saranno conservati per la biblioteca per adulti”, spiega Brischetto.

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