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Ieri ha avuto luogo la direzione Pd. La “direzione Pd” è un rito laico che si celebra ciclicamente, il cui unico scopo è quello di ribadire il dominio totale di Renzi nei confronti dei cosiddetti “dissidenti”. Funziona così: prima della direzione Pd i “dissidenti” rilasciano dichiarazioni minacciose nei confronti di Renzi e della sua ghenga tragicomica; poi, giunti al di Lui cospetto, i “dissidenti” si fanno trattare come pezzenti e godono visibilmente nel farsi trattare così. E’ una forma di masochismo come un’altra, anche se personalmente continuo a preferire un trampling da Rosario Dawson in tacco 12 che non un insulto ricevuto da un premier caricaturale.

Ieri, durante la direzione Pd, è successo questo:
– Il ducetto pingue, protetto dalle sue ancelle photoshoppate e dai suoi paninari invecchiati, ha garantito che rilancerà il Sud. Per farlo verranno adottati provvedimenti e ricette specifiche, che Renzi e i suoi, non conoscendoli, hanno accuratamente evitato di menzionare.
– Renzi ha accusato il Sud di eccedere in piagnistei, emulando in questo uno dei tanti pesci piccoli che però – in confronto a lui – sembra quasi un gigante: Salvini.
– Renzi ha criticato il Sud per essersi affidato a politici che ne hanno acuito la crisi. Curiosamente, larga parte di quella stessa gente che ha acuito i problemi del Sud era – ed è – seduta accanto a Renzi.
– Renzi ha indicato De Luca come esempio di Sud che funziona, che è un po’ come indicare il disastro di Fukushima come obiettivo massimo per uno scienziato.
De Luca ha allegramente insultato e minacciato Peter Gomez. La direzione Pd, democraticamente, ha riso. E’ la stessa gente che, se scrivi che la Boschi si fa ritoccare le foto (copertina Sette) per camuffare le 70-80 libbre di adipe ruspante da caviglie, cosce e glutei, grida al “sessismo”. Ed è la stessa gente che, se chiami Renzi “ducetto pingue”, grida piccata alla lesa maestà. Vamos.
– Non meno dei loro maestri berlusconiani, i renzini ultrà di fronte alle critiche non replicano, ma si aggrappano all’insulto ipotetico. Se gli dici che è democraticamente infame sfasciare la Costituzione, salvare Azzollini, fregarsene della questione morale, distruggere la scuola pubblica, bombardare lo Statuto dei Lavoratori (senza con ciò ottenere mezzo risultato positivo contro la disoccupazione), avere portato al governo una classe dirigente ridicola e comportarsi come e anzi peggio di Berlusconi, loro ti dicono che la cosa grave non sono i comportamenti di Renzi ma il fatto che tu abbia usato la parola “infame”. Sono meravigliosi. C’mon.
– Durante la direzione Pd Renzi si è puntualmente atteggiato a figo, con quel suo modo di fare a metà tra il Verdone tamarro e il fanfarone del bar di provincia zimbellato (giustamente) da tutti. Ogni volta che parla, e fa quelle pause da teatrante impacciato, basterebbe che qualcuno si alzasse e gli dicesse: “O grullo, vien via e vai a casa dal babbo, su, che c’è un limite anche alle bischerate”. Ma nessuno glielo dice, e se aspettiamo Bersani, buonanotte.
– Al termine della direzione Pd, Renzi ha promesso di rilanciare il Sud, di abolire la morte e di regalare a tutti l’ultimo di Jovanotti. Lì è partita la standing ovation.
(Questo articolo è maschilista e sessista. Se ne consiglia l’uso previa somministrazione di Boldrinox e Boschizina).

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