“Sostituiscono la minoranza dem con Verdini e il suo gruppo parlamentare Alleanza Liberal-popolare e Autonomie? Quella è una questione di igiene“. E’ la battuta con la quale Francesco Boccia (parlamentare Pd) schiva la preoccupazione degli esponenti della minoranza del Partito democratico al Senato sulle Riforma di Palazzo Madama e sulla quale ventotto senatori dem hanno presentato emendamenti per rendere elettivo il nuovo Senato, previsto nel Ddl Boschi. Per un altro esponente della minoranza Pd, Alfredo D’Attorre, arrivando nella sede del partito in Largo del Nazareno a Roma, per partecipare alla Direzione nazionale sul tema del mezzogiorno d’Italia, afferma: “Verdini? Sarebbe grave se si inseguissero i transfughi di centrodestra, piuttosto che cercare l’unità del proprio partito. “Perché chiedere il Senato elettivo significa bloccare le riforme?”, domanda D’Attorre, “Perché Verdini non vuole” risponde ilfattoquotidiano.it e il deputato Pd replica: “Non credo che Verdini possa diventare un padre costituente, questo non può essere” – e poi spiega: “Nessuno esclude – neppure Renzi – che al Senato ci possa essere qualche modifica e questo significa comunque tornare alla Camera: quindi o poche modifiche insignificanti o una vera modifica, dal punto di vista dei tempi e dell’iter delle riforme non cambia niente”. Eppure stamane Lorenzo Guerini ha chiaramente detto alla minoranza dem: “Senato elettivo? No a ritorno al punto zero“. “Questa è una rispettabile opinione di Verdini – afferma D’Attorre cadendo in un lapsus – Guerini non è Senatore come non lo sono io, si confronteranno i senatori e si voterà: se ci sarà una maggioranza per il Senato elettivo passerà, altrimenti no. Non capisco – conclude D’Attorre – in tutto questo il Governo e la legislatura cosa c’entrino: questa è una forma di pressione impropria ed inaccettabile

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