“La verità emerga nella sua interezza. La battaglia per introdurre il reato di depistaggio è una risorsa”. E’ il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a esporsi 35 anni dopo la strage alla stazione di Bologna per sostenere la battaglia dell’Associazione dei familiari delle vittime. “L’Italia ha il dovere di non dimenticare quella strage e quelle vittime innocenti che fanno ormai parte della memoria nazionale”, ha scritto in un telegramma. Sul palco delle commemorazioni oltre al sindaco Virginio Merola e al deputato Paolo Bolognesi, anche il sottosegretario Claudio De Vincenti e il presidente del Senato Piero Grasso. Alle 10.25 del 2 agosto di ogni anno l’appuntamento è con il ricordo, ma anche con le promesse non mantenute da parte delle istituzioni.

Video di David Marceddu

Nei giorni scorsi l’Associazione dei familiari, guidata proprio da Bolognesi, aveva polemizzato col governo sui ritardi nei risarcimenti, la difficile desecretazione degli atti e il ddl per il reato di depistaggio che fino a pochi giorni fa giaceva addormentato in Senato. Così mentre De Vincenti a nome del governo Renzi ha preso l’impegno di sbloccare i vari provvedimenti, Grasso si è unito all’appello del presidente della Repubblica: “Lo Stato non deve mai avere paura della verità”, ha detto. “La sfida prioritaria è la legge sul reato di depistaggio. Per questo ho sollecitato la commissione a calendarizzare al più presto il provvedimento. La verità non va mai in prescrizione: lo Stato deve pretendere chiarezza al di là di qualsiasi interesse di parte. La ricerca della verità è difficile, ma non può farci disperare sulla giustizia. Lo conferma la sentenza su piazza della Loggia, un punto di partenza per ripensare l’intera stagione degli anni di piombo”.

Mattarella nel suo intervento scritto ha parlato anche della capacità di Bologna di reagire: “L’attentato del 2 agosto 1980”, ha scritto, “fu il culmine sanguinoso di una strategia stragista, mirante a scardinare la democrazia e le conquiste sociali dell’Italia repubblicana. La reazione degli italiani, a partire dalla città di Bologna, fu decisa e compatta, con grande forza e dignità e rappresentò, ancora una volta, l’argine più robusto contro ogni tentativo di destabilizzazione”. Secondo il Capo dello stato, “dopo lunghi anni di indagini difficili, contrassegnate da reticenze e tentativi di depistaggio, la magistratura, sostenuta dall’impegno e la tenacia dell’Associazione dei familiari delle vittime, ha concluso il suo iter processuale, pronunciando una sentenza definitiva. Su quella tragica vicenda permangono però ancora angoli bui, specie per quanto riguarda mandanti ed eventuali complici”.

A parlare per il governo c’era invece il sottosegretario Claudio De Vincenti che ha dovuto rispondere alle numerose polemiche per le mancate promesse. “Il percorso non è finito ma è in atto e lo vogliamo portare in fondo”, ha detto intervenendo durante la cerimonia in Comune. “L’incardinamento al Senato del progetto di legge che introduce il reato di depistaggio è stato fortemente sollecitato ed ha il pieno sostegno del governo. La proposta è pienamente condivisa e ne sosterremmo l’approvazione del testo senza modifiche, in modo da evitare un ritorno alla Camera. Siamo in ritardo di dieci mesi“. De Vincenti ha poi assicurato che le procedure per i risarcimenti, che già erano stati promessi un anno fa dallo stesso palco dal collega Graziano Delrio, saranno velocizzate: “Venerdì 31 luglio è stata pubblicata la circolare Inps applicativa delle disposizioni. Si avvia concretamente la liquidazione delle pensioni varate con le norme comprese nella legge di stabilità. Poi ci sono altri aspetti che devono trovare completa applicazione e che vanno sbloccati. Non voglio giustificare i ritardi, ma la norma è complessa. Tuttavia è ora di superare concretamente l’impasse. Ho convocato una riunione coi ministeri competenti e con l’Inps per giungere a un chiarimento definitivo. L’obiettivo è l’applicazione integrale della legge”.

De Vincenti ha promesso un impegno del governo anche per rendere effettiva la desecretazione degli atti. “C’è – ha detto – una lentezza nella presentazione dei documenti e una forma disordinata che ne rende difficile l’effettiva fruibilità. Ho convocato ministeri e dipartimenti che devono applicare la direttiva per chiarire questi due punti, perché nulla rimanga non desecretato e definire criteri di classificazione che consentano di presentare i documenti in modo da essere fruiti”.

Nel corteo tra i vari rappresentanti politici anche il deputato M5S Alessandro Di Battista: “E’ un dovere partecipare a manifestazioni così importanti in ricordo delle vittime”, ha detto. “Il governo ha fatto delle promesse, le fa da tanti anni, questa volta c’ero anch’io quando le ha fatte e le ricorderò al sottosegretario De Vincenti per filo e per segno, fino alle virgole”. E ha concluso: “Siamo qui per essere vicini a persone che hanno avuto una perdita incalcolabile persone che meritano risarcimenti e di capire chi sono i mandanti di questa strage. E meritano anche l’approvazione del reato di depistaggio: se non è stata approvata è perché al governo interessano di più altre cose, come la legge bavaglio e altre indecenze”.

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