“Napoleone è mio padre. Mio fratello. Napoleone sono io”. Era scritta sulle pareti del suo locale, quella storica pizzeria di via Arno dove durante le feste organizzava i pranzi per i poveri divenuti una tradizione nella città delle Due Torri, la dedica che Lucio Dalla lasciò al suo amico Ezio Neri, per tutti Napoleone. Morto a 85 anni dopo una vita trascorsa in una Bologna che lo ricorda per quel suo sorriso gentile, la risata piena, il fazzoletto rosso al collo, e la generosità di aprire le porte del suo locale puntualmente ogni 6 gennaio, per dar da mangiare ai più bisognosi. Come Vito, o Cesari, le osterie storiche di una città che ha dato i natali a più di un cantautore, anche la pizzeria di Napoleone, o Nap come lo chiamava Lucio alle volte, era un pilastro della Bologna della musica. Lì Dalla mangiava abitualmente, a volte suonava e cantava anche, era ospite fisso al pranzo per i senzatetto che poi celebrarono la sua Piazza Grande nel nome della loro associazione, lo inventarono insieme, lui e Neri, nell’81, e a volte parteciparono anche Luca Carboni e Laura Pausini. E poi Vasco Rossi, Ron, Luca Barbarossa.

“Mi comunico guardando negli occhi della gente e cercando la loro felicità, la loro disperazione che è la mia. A sessantanove anni ci guarderemo ancora negli occhi e parleremo sempre degli altri, Napoleone ed io. Con dolcezza, Lucio”. Dalla 69 anni non li ha mai compiuti, se n’è andato qualche giorno prima del suo compleanno, ma in città il suo ricordo è anche lì, tra le mura di quel locale che, da quando Neri lo aprì, nel 68’, è diventato pezzo di Bologna. C’è ancora quel fiore con il quale Dalla si firmò nel lasciare quella dedica, e ci sono i ricordi di Napoleone, che lui raccontava con commozione, dopo che nel 2012 il cantautore se ne andò.

“E’ morto un uomo, un amico, un compagno….Ciao Napo”, lo ricorda Roberto Morgantini su Facebook, vice presidente di Piazza Grande. A Neri sono dedicati anche gli altri pranzi di beneficenza che la Bologna della solidarietà offre ai poveri durante le feste natalizie, al Diana, storico ristorante della Dotta, rigorosamente menù tradizionale, e al circolo Arci Benassi, centinaia di persone che ogni festività lì cercano un pasto caldo. Sempre di più ogni anno, con la crisi che logora risparmi e famiglie, sempre accolti con un sorriso, e un piatto di tortellini. Napoleone c’è andato anche quest’anno, anche se era già malato, e di cucinare aveva smesso.

“È stato un grande amico ed è sempre stato dalla parte degli esclusi. Con lui ho passato bellissimi momenti di solidarietà il 6 gennaio quando organizzava ogni anno un pranzo per i poveri, ma anche altri momenti indimenticabili quando discutevamo per ore sull’involuzione della politica. Mentre mangiava gli fregavo dal piatto le buonissime verdure fritte. Ciao Nap ti avrò sempre nel cuore”, scrive anche Carlo Soricelli, dell’Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro. I funerali si svolgeranno martedì 4 agosto, pubblici, come aperte sono sempre state le porte del locale di Neri. “Ci mancherai”, è il ricordo di chi in via Arno si è fermato. “Bologna ti ricorderà sempre”.

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