Molti risparmiatori sono spaventati. Circolano allarmi del tipo: “i conti correnti non sono più garantiti”, “hanno autorizzato prelievi forzosi sui conti”, “i soldi in banca non sono più al sicuro” ecc. Tutto discende dal recepimento di una direttiva europea da parte del Parlamento italiano, riguardante la gestione delle crisi bancarie a partire dal 2016.

Ma molte preoccupazioni appaiono eccessive. O, peggio, ingigantite ad arte. Infatti parecchi sedicenti esperti attizzano i timori dei risparmiatori, per rifilargli immondizia finanziaria e previdenziale.

In realtà sono previste varie soluzioni affinché i salvataggi bancari non siano più totalmente a carico dello Stato. Solo come ultima ratio è contemplato il cosiddetto bail-in, diventato lo spauracchio per chi ha soldi in banca. Esso, detto anche salvataggio interno, prevede che verranno colpiti nell’ordine: le azioni (ovvio), le obbligazioni a seconda del tipo e, se non basta, anche i conti correnti, libretti, conti deposito ecc., fatti salvi però 100.000 euro per soggetto.

Quindi non sono affatto i correntisti quelli messi peggio:
– Prima di essi vengono comunque coinvolti senza nessun limite i possessori di obbligazioni della banca, per non parlare degli azionisti; per chi ha soldi sul conto la difesa è facile: se ritiene la banca a rischio, può togliere subito anche tutto con un bonifico o assegno. Fanno eccezione solo i depositi vincolati.
– Quelli che rischiano di più sono coloro cui la banca ha scaricato sul groppone proprie obbligazioni non quotate; nel caso per esempio della Banca Popolare di Vicenza addirittura nominative!

Se hanno timori sulla sua solidità, vorranno liberarsene. Ma non possono farlo facilmente e senza danni come con un conto corrente. Possono solo sperare che la banca gliele ricompri, ovviamente al prezzo che vuole lei. In caso poi di obbligazioni subordinate, cioè meno garantite, quando tira una brutta aria è scontato non riuscire a disfarsene affatto o subire forti perdite. Anche del 50-60% rispetto al valore nominale nel caso per esempio di titoli della Banca Marche.

Riguardo al famigerato bail-in, molti poi m’hanno chiesto se devono preoccuparsi anche per i buoni fruttiferi postali e i libretti o altri depositi alle Poste. Ebbene no, perché il bail-in riguarda le banche e invece il loro emittente, ossia la Cassa Depositi e Prestiti, non è una banca. Di per sé ciò varrebbe anche per la Coop, con la piccola differenza che i suoi prestiti non sono garantiti dallo Stato, buoni e libretti postali invece sì.

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